Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



RITORNO A KRISHNA

La Rivista del Movimento Hare Krishna Vol 45 Numero 5 Settembre/Ottobre 2011
BACK TO GODHEAD

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Ali Krsna dasi
(Alida D’Ambrosio)
DIRETTORE: Nagaraja dasa
EDIZIONE ITALIANA E AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
TRADUZIONI: Purandara Misra dasa e Sri Saci dasi, Gandharvika dasi
SPEDIZIONI: Visnupriya dasi

Per informazioni sulle spedizioni contattare:
Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna – strada Bonazza, 11
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)
Tel. 0558076414 – Fax 0558076630
E-mail: bbtitalia@gmail.it

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a “Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna”, strada Bonazza 11, 50028 Tavarnelle Val di Pesa (Fi).
Associazione Ritorno a Krishna – Tutti i diritti riservati – Ritorno a Krishna – Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 Vol. 23 N. 3 Maggio/Giugno 2011 Stampa: La Zincografica, Firenze. Sped. Abb. Post. Comma 20 C Legge 626/96 Filiale FI.

BENVENUTO
Questo numero presenta un estratto dalla nuova edizione, pubblicata dalla Bhaktivedanta Book Trust, del Ramayana, l’amata epica dell’India che narra le attività di Sri Ramacandra, una incarnazione di Krsna. Il libro mostra il talento unico dell’artista italiano Parama Dasa. Gli artisti per secoli hanno dipinto scene dal Ramayana, ma si può affermare senza dubbio che mai sono stati fatti dipinti del Ramayana simili a questi, prodotti con l’ausilio di programmi di arte computerizzati.
Oltre all’arte straordinaria, questo numero contiene anche un articolo che è per la maggior parte poesia. L’articolo di Kalakantha Dasa “I Mandriani Confusi” è una rappresentazione poetica del divertimento di Sri Krsna che solleva la collina Govardhana, festeggiato dai devoti di Krsna in Ottobre.
Questo numero tratta anche un tema musicale: l’uso della musica nelle attività spirituali.
Mentre insieme con suo fratello assisteva a un concerto di Bach, Satyaraja Dasa considerò i nessi spirituali nella musica Occidentale e in quella Vaisnava” parla dell’importanza della musica nella coscienza di Krsna.
In aggiunta a questo misto di arte, poesia e musica c’è una escursione nel paranormale, con Caitanya Carana Dasa che ci spiega come le esperienze pre-morte fanno pensare all’esistenza dell’anima.
Hare Krsna – Nagaraja Dasa, Direttore


I NOSTRI SCOPI
* Aiutare la gente a discernere la realtà dall’illusione, lo spirito dalla materia, l’eterno dal temporaneo.
* Evidenziare i difetti del materialismo
* Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale.
* Preservare e diffondere la cultura vedica.
* Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Mahaprabhu.
* Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, Dio, la Persona Suprema.

“Dobbiamo comprendere che la nostra posizione naturale è quella di essere condizionati. Ora, da cosa saremo condizionati? Krsna dice, “Diventa condizionato da Me; arrenditi a Me. Allora sarai felice.” Quelli che pensano: “Non dobbiamo essere condizionati” sono in maya (illusione)

LEZIONE DEL FONDATORE
Bombay, India – 25 Febbraio 1974

LA NECESSITA’ DI UNA VITA REGOLATA
Soddisfare le nostre necessità materiali nei limiti dei principi delle Scritture, garantisce pace e prosperità per ciascun individuo, per la famiglia e per la società.

Di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Balam balavatam caham
Kama-raga-vivarjitam
Dharmaviruddho bhutesu
Kamo ‘smi bharatarsabha

“Sono la forza del forte, scevra di desiderio e di passione. Sono l’unione sessuale che non è contraria ai principi della religione, o signore dei Bharata (Arjuna)” Bhagavad-gita 7.11

Krsna spiega tutto ciò che è necessario per diventare coscienti di Krsna ventiquattr’ore al giorno. L’unico metodo consigliato da Caitanya Mahaprabhu è kirtaniyah sada harih: “Cantate sempre le glorie del Signore”. E Krsna nella Bhagavad-gita (9.14) dice:

satatam kirtayanto mam
yatantas ca drdha-vratah
namasyantas ca mam bhaktya
nitya-yukta upasate

“Cantando sempre le Mie glorie, sforzandosi con grande determinazione, prosternandosi davanti a Me, queste grandi anime Mi adorano eternamente con devozione.” Questi sono i sintomi dei Mahatma, le grandi anime. Essi sono sempre impegnati a cantare il santo nome. Questa è vita. La forma umana è fatta per questo scopo. Noi abbiamo bisogno di mangiare perché abbiamo questo corpo, ma quando soddisfiamo le necessità del corpo in modo eccessivo, questo si chiama kama, lussuria. Diversamente, soddisfare le necessità del corpo non è kama. Perciò Krsna dice dharmaviruddho bhutesu kamo smi bharatarsabha: “Sono l’unione sessuale che non è contraria ai principi della religione.” Religione significa seguire delle regole. Ogni cosa ha le sue regole, Nella nostra vita quotidiana dobbiamo ottenere un’autorizzazione per fare certe cose. Perfino un uomo che ha un negozio di vino – questa non è una buona cosa – deve ottenere un permesso e rispettare le regole.
Sastra, il termine sanscrito che traduce “scritture” significa regola. Esso proviene dalla radice sas. Che significa “governare, controllare.” La regola per governare è sasana e sastra significa “arma”. Gli sastra contengono i principi regolatori, sono il libro delle leggi. Non si può violare il libro delle leggi. Ci dobbiamo attenere ai principi regolatori ed agire in base agli sastra. Negli sastra viene affermato jivo jivasya rivana: “Ogni essere vivente vive mangiando un altro essere vivente.” Questa è la natura. Lo Srimad-Bhagavatam (1.13.47) “Gli esseri senza mani sono la preda di quelli che hanno le mani” Anche nella forma umana coloro che mangiano gli animali sono anch’essi animali. Gli esseri umani sono sahastanam, “dotati di mani”. Hasta significa “mano” e sa significa “con”. Gli animali invece sono ahastani: sono privi di mani. Hanno solo le gambe, quattro gambe. Perciò coloro che mangiano la carne sono animali, ma dotati di mani. Questa è la differenza. Le mucche,le capre e gli agnelli sono animali. I cani sono animali e ci sono i mangiatori di cani. Sva-pacah significa “mangiatori di cani”. Devahuti, la madre di Kapila, dice che se una persona canta Hare Krsna diventa glorioso, anche se proviene da una famiglia di mangiatori di cani. Coloro che mangiano gli animali vengono invece descritti come animali con due mani.
Altri animali mangiano esseri viventi senza gambe (apadani), come le piante, gli alberi e l’erba. Questi hanno una specie di gambe perché stanno in piedi, ma non hanno la capacità di muoversi. Essi vengono chiamati padapa, che significa che si servono delle gambe per mangiare. Noi mangiamo con la bocca ed essi mangiano con le gambe. Gli sastra offrono uno studio analitico dettagliato dei sensi e delle capacità dei vari esseri viventi. Per esempio, i pesci hanno sensi adatti ad individuare un nemico anche a tre chilometri di distanza. “Qualcuno viene per mangiarmi.” Queste cose sono descritte nello Srimad-Bhagavatam. Le rane possono restare in samadhi, uno stato di trance. Per moltissimi anni. Perciò ottenere il samadhi per mezzo dei principi logici non è una cosa di grande rilievo. Lo si può trovare anche tra gli animali. Monto tempo fa lessi che in una miniera di carbone, mentre gli operai scavano il carbone,una rana sbucò fuori, fece un santo e morì. Questo significa che la rana era rimasta sepolta in un mucchio di carbone per molte migliaia di anni, dove era rimasta in samadhi.

La Cosa Meravigliosa

Queste in realtà non sono cose straordinarie, perché l’essere vivente è eterno, non muore. Na hanyate hanyamane sarire (Bhagavad-gita 2.20). Se in base a qualche processo l’essere vivente vive per un periodo abbastanza lungo non è una cosa di cui dobbiamo meravigliarci. La cosa meravigliosa è fermare la nascita e la morte. Cioè se io vivo, diciamo, per cinquanta o cento anni e un altro uomo vive per trecento anni, questa non è una cosa straordinaria. Se vogliamo che la nostra vita sia perfetta, dobbiamo seguire i principi regolatori, come un bravo cittadino che rispetta rigidamente le leggi del governo. L’essere umano di prima classe segue le leggi di Dio. Questo è tutto.
Egli è di prima classe e coloro che violano le leggi del Signore appartengono alla terza, quarta e decima classe. Alcuni versi successivi spiegheranno che coloro che violano le leggi di Dio sono chiamati duskrtinah, miscredenti. Ci sono molte categorie di uomini e Krsna ne cita alcune. I duskrtinah, che violano le leggi di Dio non possono arrivare alla coscienza di Krsna, alla coscienza di Dio. Bisogna seguire tutte le regole contenute negli sastra.
Sastra significa ciò che dà le regole per vivere. Il principio regolatore del sesso afferma che neanche con la propria moglie si può fare sesso se non per procreare, per generare figli, figli coscienti di Krsna, non cani e gatti. Questo è dharmaviruddhah, non contrario ai principi religiosi. Ciò è molto bello. Se una persona non si sposa come può generare figli che divengano brahmacari, se voi invece generate brahmacari, allora ne potrete generare centinaia. Questo è consentito, ma non generate cani e gatti. Questo dharmaviruddhah. Krsna dice: “Io ci sono.”
Krsna è tutto. Anche nel rapporto sessuale c’è Krsna, ma in che modo? Dharmaviruddhah: quando non è contrario alle leggi degli sastra. Negli sastra si dice che si può far sesso dopo il periodo mestruale, ma quando la moglie rimane incinta, non si deve fare attività sessuale. Questa è l’ingiunzione degli sastra. Non si deve fare sesso per generare figli illegittimi, varnasankara. Se il mondo diventa pieno di varna-sankara, figli non desiderati, il mondo intero diventa un inferno. Questo è affermato nella Bhagavad-gita. Soprattutto nei paesi occidentali ho visto che le ragazze hanno figli anche senza essere sposate. In questo modo, il numero dei varna-sankara aumenta e il mondo diventa un inferno. Perché oggi ci sono tanti problemi? Perché l’intera popolazione è varna-sankara e quindi non ci sono i principi regolatori. Se si seguono i principi regolatori non ci sono problemi. I principi regolatori sono dati da Krsna. Dharmam tu saksad bhagavat-pranitam (Srimad-Bhagavatam 6.3.19)E’ lui che li dà dicendo: “Io sono l’attività sessuale compiuta secondo i principi regolatori.” Perciò si può essere coscienti di Krsna anche nel generare i figli, purché si seguano i principi regolatori.

Tutto è Spirituale

Tutto può essere usato per la coscienza di Krsna. Ho spiegato a George (Harrison) che in realtà non c’è niente di materiale.
Tutto è spirituale, Come Krsna spiega fin dall’inizio:

bhumir apo nalo vayuh
kham mano buddhir eva ca
ahankara ifyam me
bhinna prakrtir astadha

“Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego-questi otto elementi, distinti da Me, costituiscono la Mia energia materiale.” (Bhagavad-gita 7.4) Prakrti significa “la Mia natura”. Krsna non è separato dalla Sua natura, come il fumo non è separato dal fuoco. Questa natura materiale proviene da Krsna, allora come si può separarla da Krsna? Anch’essa è Krsna. Questo modo di vedere è cosciente di Krsna. Se un uomo vede bhumi, la Terra e subito ricorda: “Questa è la natura di Krsna,” allora ricorda Krsna. Questa è la coscienza di Krsna – anche vedendo la Terra di ricorda Krsna.
Il devoto ha questa visione: “Oh, com’è bella questa terra. Perché non costruirvi un bel tempio per Krsna!” Questa visione è cosciente di Krsna “Ci sono così tanti grattacieli. Perché non costruire un bel grattacielo come tempio per Krsna?” Questa è coscienza di Krsna.
Non appena si diventa coscienti di Krsna, diventiamo spirituali. Quando mettiamo una barra di ferro nel fuoco si scalda e si scalda sempre più fino a diventare rossa incandescente e, quando è così, non è più una barra di ferro, ma fuoco. Qualunque cosa si tocchi con questa barra, brucerà. Nello stesso modo, se diventiamo pienamente coscienti di Krsna, non c’è più niente di materiale. Il corpo è spirituale, la mente è spirituale, l’anima è spirituale – tutto è spirituale. Saravam khalm idam brahma. Questa è coscienza di Krsna. Dobbiamo semplicemente portare Krsna in ogni attività. Allora non ci saranno problemi. Il Movimento per la Coscienza di Krsna è fatto per questa finalità. Krsna è fatto per questa finalità. Krsna dice:

yat karosi yad asnasi
yai juhosi dadasi yat
yat tapasyasi kaunteya
tat kurusya mad-arpanam

“Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi, sacrifichi od offra in carità, come le austerità che compi – offri tutto a Me. O figlio di Kunti.” (Bhagavad-gita 9.27) Krsna dice: “Qualunque cosa tu mangi…” noi mangiamo prasadam. Gli altri che non sono coscienti di Krsna penseranno: “Essi mangiano dala-bhata (riso e lenticchie) e lo chiamano prasadam.” Colui che è cosciente di Krsna mangia dala-bhata, ma non è dala-bhata. E’ cibo spirituale perché è offerto a Krsna Krsna lo ha mangiato.

Come Mangia Krsna

Krsna mangia ciò che i Suoi devoti Gli offrono. Non pensate: “Il cibo è ancora lì. Krsna non l’ha mangiato.” No, Krsna ha mangiato. Il modo di mangiare di Krsna e il vostro sono differenti. Se vi do qualcosa da mangiare lo finirete completamente, ma Krsna è purna, il tutto completo, perciò può mangiare senza portar via il cibo. Altrimenti, dice forse il falso? Egli dice:

patram puspam phalam toyam
yo me bhaktya prayacchati
tad aham bhakty-upahrtam
asnami prayatatmanah

“Se qualcuno Mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o dell’acqua, accetterò la sua offerta.” (Bhagavad-gita 9.26) Egli mangia.
Un amico che fa parte dell’Arya-samaj mi chiese. “Voi offrite il cibo a Krsna nel tempio, ma Krsna lo mangia?”
“Certamente che Egli lo mangia. Perché no?”
“No, l’offerta è ancora lì, e allora come fa ad aver mangiato?”
“Perché pensate che il vostro modo di mangiare e quello di Krsna siano uguali?”
Krsna dice:

avajananti mam mudha
manusim tanum asritam
param bhavam ajananto
mama bhuta-mahesvaram

“Gli sciocchi Mi deridono quando scendo nella forma umana. Non conoscono la Mia natura trascendentale e la Mia supremazia su tutto ciò che esiste.” (Bhagavad-gita 9.11) I mascalzoni non sanno come sia Krsna. Essi pensano: “Krsna è come Me.” Essi non sanno come sia Krsna. Perché?

Manusyanam sahasresu
Kascid yatati siddhaye
Yatatam api siddhanam
Kascin mam vetti tattvatah

“Tra migliaia di uomini forse uno cercherà la perfezione e tra coloro che la raggiungono, raro è colui che Mi conosce veramente.” (Bhagavad-gita 7.3) I mascalzoni non conoscono Krsna. Krsna può essere conosciuto per la misericordia di Krsna.

Bhaktya mam abhijanati
Yavan yas casmi tattvatah
Tato mam tattvato jnatva
Visate tad-anantaram

“Soltanto con il servizio devozionale è possibile conoscere Me, il Signore Supremo, così come sono. E quando si diventa pienamente coscienti di Me grazie a questa devozioni si può entrare nel regno di Dio. (Bhagavad-gita 18.55) Se si vuole conoscere Krsna tattvatah – realmente – si deve adottare il metodo della bhakti e non metodi speculativi personali.
Krsna non è a disposizione della gratificazione dei vostri sensi. Egli non Si può rivelare a chiunque. Rimane coperto. Di notte non possiamo vedere il sole, ma questo non significa che il sole non sia nel cielo. Se qualcuno pensa: “Ora non possiamo vedere il sole; perciò il sole se n’è andato, è morto,” questo è da sciocchi.
Krsna è ovunque proprio come il sole è sempre là nel cielo. Ora, qui sono le otto e mezzo e in America sono le otto e mezzo del mattino e possono vedere il sole. Ora in India è notte e la gente non può vederlo, ma questo non significa che il sole non ci sia più. Se vi recate in America, a Los Angeles, potete vedere il sole. Nello stesso modo Krsna è sempre presente. Dovete semplicemente preparare i vostri occhi per vedere Krsna.
Perciò Krsna dice, dharma-viruddho bhutesu kamo ‘smin bharatarsabha: “Sono l’attività sessuale che non è contraria ai principi regolatori.” Se una persona segue rigidamente i principi regolatori può vedere Krsna anche nell’attività sessuale, Dal punto di vista spirituale, il sesso è da ritenersi abominevole, ma perfino nella vita sessuale, se si seguono tutte le regole, si può vedere Krsna e i figli generati con questa visione diventano devoti di Krsna.

Misure Riformative

Secondo i principi indù ci sono dieci samskara, misure riformative, Quando un uomo si accinge a generare un figlio, c’è un sanskara, una cerimonia detta garbhadhana-samskara. Particolarmente nelle famiglie dei brahmana, se non c’è il garbhadhana-samskara, il figlio diventa immediatamente uno sadra, cioè di basso livello spirituale. Questa è l’affermazione degli sastra. Si devono eseguire i samskara. Colui che esegue i samskara si purifica.
Questo è il significato di dharmaviruddhah, “non contrario ai principi religiosi”.
Se non seguiamo i principi, siamo animali. Questo è certo. Questa è la differenza tra un animale e un essere umano.
Poiché le persone non seguono l’ingiunzione degli sastra sul sesso, pensano: “La popolazione sta aumentando; dobbiamo usare metodi contraccettivi.” I cosiddetti metodi contraccettivi ci sono perché pratichiamo il sesso contro la religione. Se però si pratica il sesso rispettando i principi religiosi, non c’è bisogno di metodi contraccettivi. Non è proibito diventare padri o madri. Questo è naturale. Potete diventare padri di centinaia di figli, ma non dovete mettere al mondo cani e gatti perché allora ci sarà una popolazione indesiderata, problemi, scontri, non ci sarà pace né tranquillità. Tutto sarà infernale.
Poiché le persone fanno figli non rispettando i principi religiosi, il mondo intero è pieno di varna-sankara e non ci sarà pace. Se si seguono i principi della Bhagavad-gita, spontaneamente ci sarà la pace perché ogni figlio sarà sobrio, cosciente di Krsna. Per questa ragione gli sastra dicono che non si deve diventare padri o madri se non si è capaci di fermare il ciclo delle nascite e delle morti dei propri figli.
L’anima, la vera vita è dentro il corpo e trasmigra da un corpo a un altro. Questo viene chiamato morte e quando l’anima esce da un altro corpo questa è chiamata nascita. Non appena si ottiene un altro corpo si è di nuovo posti di una condizione miserevole di vita. Perciò se potete fermare l e nascite e le morti dei vostri figli, allora generate figli. Questa è l’ingiunzione degli sastra. E se il padre non sa come fermare il proprio ciclo di nascite e di morti, allora a che serve fare figli? Il padre dovrebbe essere così solidale con i figli da conoscere le sofferenze della nascita e della morte.
Tutti i genitori desiderano il benessere dei propri figli. Al fine di offrire il massimo del benessere, la madre deve pensare: “Questo figlio deve venire nel mio grembo; deve diventare mio figlio. Questa è l’ultima volta. Non più nascite . Egli sarà educato in questo modo.” Questa è la responsabilità dei genitori. Non lasciate che i figli mangino la carne e diventino grassi. Per quanto grasso sia dovrà morire lo stesso. Non si può fermare la sua morte soltanto facendolo ingrassare come un elefante.
Non generate figli se non avete senso di responsabilità. Le persone pensano: “Faremo sesso, evitando questa responsabilità. Perciò usiamo i contraccettivi.” Questo modo di vivere è molto peccaminoso. Voi uccidete; siete degli assassini. Oggi nei Paesi occidentali si uccidono veramente i figli. Si sono fatte leggi che consentono di uccidere il bambino nel grembo, ma se la società è diventata così terribilmente peccaminosa, come possono le persone aspettarsi la pace e la prosperità? Non è possibile.
Coloro che vivono nel peccato sono duskrinah. Krti significa “molto meritevole”, ma duskrti significa l’opposto. Non è sukrti. Su significa “per il benessere” e duskrti significa “per il benessere” e duskrti significa “per creare disturbo”. Oggi ci sono molti cervelli. Le persone sanno come usare il cervello, ma sono duskrtinah. Perciò questa è una società atea e c’è così tanta inquietudine nella società perché i duskrtinah stanno operando. Ora al loro posto si devono portare i sartina. Caturvidha bhajante mam janah sukrtino ‘rjuna: “Quattro categorie di uomini virtuosi (sukrtinah) si sottomettono a Me con devozione.” (Bhagavad-gita 7.16) Allora ci sarà pace e prosperità.
Vi ringrazio moltissimo.


CALENDARIO

Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date,che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte della vostra area collegatevi al sito www.krshna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea di maestri che discende da Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite ai compagni del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.

13 Settembre – 12 Ottobre
(Mese di Padmanabha)


OTTOBRE

6-Ramacandra Vijayotsava, l’anniversario della vittoria di Sri Ramacandra sul demone Ravana, Annviersario dell’apparizione di Srila Madhvacarya, filosofo Vaisnava e maestro spirituale apparso nel tredicesimo secolo.

7-Paksavardhini Maha-dvadasi
Digiuno di cereali e legumi per Pasaskusa Ekadasi.
(Rompere il digiuno 7:20-11:08)

8-Anniversario della scomparsa di Srila Raghunatha Dasa Gosvami, Srila Raghunatha Bhatta Gosvami e Srila Krsnadasa Kaviraja Gosvami, grandi compagni e seguaci di Sri Caitanya.

11-Sri Krsna Saradiya Rasayatra. Anniversario della scomparsa di Sri Murari Gupta, un compagno di Sri Caitanya. Inoltre, inizia il quarto mese di Caturmasya (digiuno di uraddal).

12 Ottobre – 10 Novembre
(Mese di Hrsikesa)

17-Anniversario della scomparsa di Srila Narottama Dasa Thakura, grande devoto di Krsna conosciuto per le sue canzoni devoto di Krsna conosciuto perle sue canzoni devozionali in lingua Bengali.

20- Apparizione del Radha Kunda.

23-Rama Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi
(Rompere il digiuno 7:40-9:03)

26- Diwali, il festival durante il quale i templi di Krsna sono illuminati con lampade.

27- Govardhana Puja, il festival in cui si commemora l’adorazione della collina Govardhana da parte dei residenti di Vrndavana e il sollevamento della stessa collina da parte di Krsna.

30- Anniversario della scomparsa di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada, acarya-fondatore della Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. I devoti osservano questo giorno con ricordi personali di Srila Prabhupada, letture dalla sua biografia. Digiuno fino a mezzogiorno, seguito da una festa di prasada.

NOVEMBRE

2- Anniversario della scomparsa di Srila Srinivasa Acarya, un grande seguace dei Gosvami di Vrndavana.

6- Utthana Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi. Anniversario della scomparsa di Srila Gaurakisora Dasa Babaji, il maestro spirituale di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, maestro spirituale di Srila Prabhupada. Digiuno fino a mezzogiorno.
(Rompere il digiuno 6:58-10:18)

10- Ultimo giorno di Damodara-vrata e di Caiturmasya. Sri Krsna Rasa-yatra. Ultimo giorno di Bhisma Pancaka.

11 Novembre – 10 Dicembre
(Mese di Kesava)

21- Utpanna Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7:17-10:26) Anniversario della scomparsa di Narahari Sarkara Thajura.

DICEMBRE

6- Moksada Ekadasi
(Rompere il digiuno 7:34-9:33)

11 Dicembre – 9 Gennaio
(Mese di Narayana)

DICEMBRE

14- Anniversario della scomparsa di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale del fondatore del Movimento per la Coscienza di Krshna, Srila A.C. Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, il maestro spirituale del fondatore del Movimento per la Coscienza di Krishna, Srila A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Digiuno fino a mezzogiorno.

21- Saphala Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 7:45-10:44)
Anniversario dell’apparizione di Devananda Pandita.


BACH to GODHEAD
Di Satyaraja Dasa
La Musica e la Tradizione Vaisnava

Mio fratello maggiore aveva i biglietti per una “Retrospettiva su Bach” e m’invitò ad andare con lui. Avevo appena letto un libro sulla vita di questo famoso compositore e vidi in questo invito l’opportunità di stare insieme con un caro congiunto che vedo troppo raramente. Bach nacque in Germania nel 1685 e fu cresciuto come cristiano evangelico luterano. Provava grandissimo piacere nel comporre canti ispirati alla Bibbia. Poiché la sua opera segna un culmine della civiltà occidentale, mi sentii rincuorato nel leggere che gran parte di essa era basata sulla religione e sulla spiritualità.
Nel programma si citavano altri geni della musica, che dimostravano anch’essi di essere completamente assorti nella coscienza spirituale.
Beethoven aveva scritto: “La musica è l’elemento di mediazione tra la vita intellettuale e quella dei sensi, l’unico ingresso spirituale in una realtà più elevata.”
“La musica loda Dio,” diceva Stravinsky. “La musica riesce a lodarLo come e meglio della costruzione di una chiesa con tutte le sue decorazioni; la musica è il più grande ornamento della chiesa.”
Molti dei migliori musicisti del mondo nel periodo classico della musica occidentale si sono dedicati a Dio. Forse si trattava dell’enfasi religiosa di quel tempo. Si può pensare che i più famosi musicisti vedevano la musica, come tutto il resto, come un dono, un bene da usare al servizio del Signore.
Entrando nella sala del concerto, ebbi appena il tempo di scambiare qualche idea con mio fratello. Espressi la considerazione che i sentimenti di gioia suscitati dalla musica, dagli inni e da una melodiosa glorificazione di Dio possono essere un tipo di teologia sonora, in cui sia l’esecutore che l’ascoltatore possono comprendere il divino altrimenti difficile da percepire con altri mezzi. Come la maggior parte degli altri nella sala, però, mio fratello era naturalmente più interessato ad ascoltare la musica che a fare considerazioni filosofiche su di essa.
Dissi alcune parole sull’uso della musica come mezzo per l’avanzamento spirituale. Egli mi rispose con un forte “shhh!” e ci mettemmo a cercare i nostri posti.
Cominciai a riflettere sulla tradizione da me seguita. Il Vaisnavismo o coscienza di Krsna. Ricordai di aver letto che molti versi del Sama Veda sono gli stessi del Rg Veda ma con una metrica più melodiosa. Pensai anche agli scritti dei saggi vedici e al fatto che i versi sanscriti, come quelli in bengali della tradizione Gaudya Vaisnava, usano metriche e melodie diverse. La nostra tradizione Vaisnava ci dice che tutte le parole di Dio sono canti.

Alcuni esseri più elevati citati nella letteratura vedica sono spesso musicisti, Sia la dea Sarasvati sia il saggio celeste Narada suonano la vina (il liuto indiano). Siva esegue con eleganza la Sua danza cosmica alla fine del tempo e lo fa al suono del suo tamburo dindin. Krsna affascina i Suoi puri devoti con le note dolci del Suo flauto magico e con la dolcezza della Sua voce. Come Srila Prabhupada scrive nel Libro di Krsna: Dio, la Persona Suprema (Capitolo 33): “In verità il mondo intero è pervaso dal canto di Krsna, che però viene apprezzato in modo diverso dai diversi esseri viventi.”

Dallo Srimad-Bhagavatam (3.12.47) apprendiamo che Brahma creò le sette note originali della musica e le usò per creare l’universo. Srila Prabhupada del suo commento scrive:

Le note musicali sono sa, r, ga, ma, pa, dha e ni. Tutti questi suoni appartengono in origine allo sabda-brahma, la vibrazione spirituale… In ultima analisi non esiste nulla di materiale, perché tutto ha origine nel mondo spirituale. La manifestazione materiale è … dunque giustamente considerata un’illusione nel vero senso della parola. Per le anime realizzate non esiste niente che non sia spirituale.

Queste due ultime frasi sono particolarmente significative: mentre ogni suono è in definitiva spirituale – e uno studente avanzato nelle scienze spirituali può facilmente percepirlo – esiste una gradualità per coloro di noi che non sono così avanzati. Alcuni suoni possono trascinarci ancor più nell’illusione.
Mentre pensavo queste cose, persi temporaneamente il filo dei miei pensieri abbandonandomi alla consapevolezza esterna della composizione di Bach che veniva eseguita davanti a me. Mi chiedevo che cosa avrebbe pensato di questi suoni Srila Prabhupada, un puro devoto, che poteva percepire le loro vere vibrazioni spirituali – avrebbe detto che questi suoni sono purificatori e tali da portarmi più vicino a Krsna o no?
Bach creava i suoi alla ricerca di Dio, perché desiderava profondamente conoscere il suo creatore, di vederLo e sentirLo. Perciò ero certo che questi suoni avevano una maggiore capacità di elevare rispetto, diciamo, a quelli stridenti del roch o del rap, che normalmente si concentrano su argomenti materiali, con code sonore che provengono dalla passione e spesso dal tormento. Tuttavia, anche se al confronto la musica di Bach è spirituale o se perlomeno riflette un tipo di virtù, quanto potrebbe essere valida nel portare una persona alla destinazione definitiva? In breve, quanto è pura?


La Musica Vaisnava

Il mio pensiero tornò alla musica Vaisnava. Il principio Vaisnava è usare la musica per compiacere il Signore ed aiutare le persone a progredire nella perfezione spirituale. Non è arte per l’amore dell’arte – o musica per amore della musica. E’ musica per l’amore di Dio. Dunque la vera musica spirituale, dal punto di vista Vaisnava, deve essere fondata sui principi devozionali. Essa deve nascere dalla purezza, portare chi l’ascolta alla purezza e concludersi facendo crescere la purezza di chi ascolta. Idealmente dovrebbe essere libera dall’ego o dallo sfoggio ostentato di virtuosismo. Essa si concentra piuttosto sull’accrescere il sentimento di servizio a Dio, generando amore per Dio, la Persona Suprema.
Questo pensiero portò la mia mente ai rasa-lila di Krsna. Secondo il Bhakti-ratnakara, una Scrittura in bengali del diciassettesimo secolo, l’origine della musica Vaisnava è in realtà questa amorosa danza in cerchio del Signore, in cui Krsna e le Sue amiche pastorelle, le gopi, usano numerosi strumenti musicali per accompagnare i loro molti sogni d’amore.
La Quinta Onda (capitolo) del Bhakti-ratnakara inizia con una lunga parte dedicata alla musica Vaisnava. Essa spiega la complessità della glorificazione del Signore con varie melodie e vari strumenti, e conclude dicendoci che il kirtana, il canto collettivo nel quale i devoti s’impegnano attualmente, è il culmine dell’esperienza musicale che usa ritmi (tala) tonali e politonali, che fissa strutture melodiche (raga), gesti che esprimono le emozioni (abhinaya) e perfino la danza (natyam). Tutte queste caratteristiche sono presenti nel rasa-lila.
Per i devoti, naturalmente la musica si concretizza nel kirtana, la forma più importante di musica perché dedicata al cento per cento alla glorificazione di Dio. Gli stili musicali Gaudiya Vaisnava, come il garanhati di Narottama Dasa, il manohar-shahi di Srinivasa e il reneti di Syamananda, usano tecniche diverse anche se molte delle sfumature oggi sono perse per noi. Il garanhati per esempio inizia lentamente e in modo melodioso, con un semplice battito che gradualmente costruisce una maggiore complessità alla fine un crescendo ricco di canto e danza. A differenza dalle altre forme di kirtana, questa forma speciale della musica Vaisnava comprende sempre liriche che glorificano Sri Caitanya (gaura-candrika) prima di glorificare Krsna. L’essenza di queste tecniche è stata trasmessa da maestro a discepolo e lo spirito costitutivo di questi spettacoli di kirtana si può trovare in ogni tempo Hare Krsna. Mentre tutte le forme di musica dovrebbero glorificare il Signore, la musica del kirtana è dedicata esclusivamente a questo scopo e noi possiamo parteciparvi secondo il desiderio e lo spontaneo sentimento del nostro cuore. Le Scritture e i maestri Vaisnava del passato definiscono la musica come una scienza dettagliata, ed è vero. Quello che però veramente cercano di trasmettere è il bhava o emozione del kirtana. E’ questo che trasporta una persona fino al regno di Dio. Cantare i nomi di Dio è l’essenza della musica e i Vaisnava si concentrano su questo aspetto del suono trascendentale.

La Musica come Espressione Devozionale

“Ti è piaciuta l’esecuzione?” mi chiese mio fratello alla fine del concerto. Distraendomi dalla mia meditazione sulla musica Vaisnava gli risposi di sì. La finalità essenziale di Bach, pensai, è concentrata sull’uso della musica in modi devozionali e questo è proprio ciò che la tradizione Vaisnava indica come scopo della musica.
“Penso che a Bach sarebbe piaciuta la visione cosciente di Krsna del mondo spirituale,” dissi. “L’antichissimo testo conosciuto come Brahma-samhita (5.56) dice: “Nel mondo spirituale ogni passo è una danza e ogni parola è un canto” La musica pervade il mondo spirituale. E i devoti di Dio che sono nel mondo presente riempiono le loro vite con canti e danze devozionali per prepararsi ad entrare nel regno dei divertimenti di Krsna pervaso dalla musica.”
Lasciando dietro di noi l’eco dell’ispirante musica devozionale di Bach uscimmo dalla sala del concerto ed entrammo nella cacofonia dei suoni delle strade di New York City.

Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, è un redattore di BTG. Ha scritto più di venti libri sulla coscienza di Krsna e vive vicino a New York.


UN HARE KRSNA NEL MERCATO AZIONARIO
Una vita in coscienza di Krsna mette a rischio il promettente futuro finanziario di un giovane.

di Ananda Vrndavana Dasa
(Come è stato narrato a Vraja Vihari Dasa)

Sono nato nel dicembre del 1962 a Munbai in una famiglia benestante, originaria del Gujarat. Sono figlio unico e sono stato viziato con ogni confort e servitori pronti ad ogni mio ordine. Mio padre, un ricco uomo d’affari, era profondamente religioso; due dei più popolari guru in India erano le guide spirituali della nostra famiglia. Ciascuno di essi aveva milioni di seguaci e più di centomila persone assistevano ai programmi pubblici di predica di questi importanti leader spirituali. Poiché mio padre era in stretti rapporti con loro, la nostra famiglia era felice di servire loro e i loro seguaci. Da bambino ero oggetto del loro affetto e grazie all’atmosfera spirituale della nostra casa, ero attratto dall’ascolto e dal canto dei santi nomi di Krsna e dei Suoi divertimenti.
Ero anche molto bravo negli studi. Nel 1981 arrivai primo tra 300.000 studenti che si presentarono all’esame per diventare direttori di vendita gestito dalla Camera di Commercio di Londra. La Camera di Commercio di Bombay mi conferì l’onore di essere il primo indiano in cento anni e il più giovane del mondo – avevo appena diciannove anni – ad ottenere questa prestigiosa medaglia d’oro. Nel 1985, dopo aver conseguito sette diplomi di specializzazione post-laurea come manager, ero pronto ad assumere la guida nell’azienda di mio padre. Nel frattempo, mentre la mia carriera in Borsa era all’apice, vissi un’esperienza indimenticabile.

La Scintilla Diventa una Fiamma

Nel 1989 un mio amico compagno di scuola, Dilip Upponi, mi condusse in un tempio ISKCON nella parte meridionale di Mumbai per ascoltare una lezione di Sua Santità Radhanatha Swami, che descrisse con molti dettagli Vrndavana e i divertimenti di Sri Krsna. La sua lezione ravvivò la scintilla dell’attrazione per Krsna che avevo già nel mio cuore. Fui attratto irresistibilmente da Radhanatha Swami e cominciai a frequentare più spesso le sue lezioni. Poi Dilip mi dette dei libri scritti da Srila Prabhupada, il guru di Radhanatha Swami e fondatore dell’ISKCON. L’influsso combinato delle lezioni di Radhanatha Swami e dei libri di Srila Prabhupada ebbero su di me un effetto ipnotizzante. Rimasi stupito nel leggere nei libri di Srila Prabhupada che la più elevata espressione di religiosità è quella di un devoto che si rivolge a Dio senza alcun desiderio se non quello di servirLo e soddisfarLo. Ero affascinato dalle spiegazioni di Srila Prabhupada sul puro servizio di devozione, congrazie a cui un devoto aspira a liberarsi dai desideri egoistici di nome, fama prestigio o posizione nel mondo materiale. Un devoto di Krsna invece, come spiega Srila Prabhupada, desidera solo soddisfare i sensi di Krsna. La completa profondità della coscienza di Krsna attrasse il mio cuore come nient’altro da me ascoltato o letto prima.
Ero affezionato anche ai due guru di mio padre e mi chiedevo se aderendo all’ISKCON non fossi sleale verso di loro. Il mio cuore mi spingeva di più verso Srila Prabhupada e i suoi sinceri seguaci, che insegnavano essenzialmente le stesse cose che i miei genitori ed i guru di famiglia mi avevano insegnato. Tuttavia sentivo che Srila Prabhupada e Radhanatha Swami mi spingevano a portare il mio servizio devozionale a un livello più elevato – ad offrire tutta la mia esistenza a Dio senza aspettarmi niente in cambio. Intanto vedevo il mio amico Dilip muoversi nel tempio come un devoto residente a tempo pieno (un membro dell’ashram). La saggezza della coscienza di Krsna, il semplice ed austero stile di vita di Dilip e dei suoi compagni di aspra e il rapporto e le relazioni d’affetto che Radhanatha Swami condivideva con tutti i devoti conquistarono il mio cuore. Deciso ad intraprendere il percorso della coscienza di Krsna, presi l’iniziazione spirituale da Radhanatha Swami e ricevetti il nome di Ananda Vrndavana Dasa, mentre il mio amico Dilip divenne Devamrta Dasa. Subito però le mie innocenti speranze di vivere una vita felice con al centro Krsna ei devoti furono messe alla prova.

Relazioni familiari messe a dura prova

Poiché Radhanatha Swami era nato in America, mio padre conservatore e ortodosso si sentì profondamente offeso dalla mia decisione di accettare l’iniziazione da qualcuno che non era nato in India ed apparteneva invece a un’altra razza. Mio padre sosteneva che l’organizzazione a cui mi ero unito era equivoca e voleva che prendessi iniziazione da uno dei suoi guru. Sebbene ora fossi ufficialmente legato a Srila Prabhupada e all’ISKCON, nutrivo ancora un profondo affetto per ambedue i guru della mia famiglia e assicurai mio padre che avrei continuato a servirli. Egli però insisteva che rinnegassi il guru americano e accettassi quello indiano. I miei disperati tentativi di pacificare la mia famiglia fallirono e anche i miei amici e i miei parenti erano profondamente addolorati per la mia decisione.
Mentre tutti mi contestavano e mi scoraggiavano dal frequentare i programmi ISKCON, diventai più risoluto nella mia determinazione di seguire la mia chiamata interiore. Mio padre mi aveva educato a condurre una vita pia, ma con crescente disagio sentivo che si allontanava sempre più da me. Avvertivo la sua sofferenza, ma mi sentivo impotente. La nostra relazione diventò tesa.
Durante quel periodo lavoravo come ricercatore analiste per Capital Market, la rivista finanziaria più importante dell’India. Mio padre pensava che il mio lavoro prestigioso e l’orgoglio per la mia abilità mi rendessero ribelle. Cercò di convincere il mio datore di lavoro che avevo subito il lavaggio del cervello e che mi ero avvicinato a un culto pericoloso. Mio padre sperava che se la mia compagnia mi avesse minacciato o mi avesse licenziato, sotto questa pressione avrei potuto cedere e tornare agli schemi di vita della famiglia. Il mio dirigente, che apprezzava molto la mia esperienza professionale, assicurò mio padre che io ero a posto e che ero diventato una risorsa di valore inestimabile per la compagnia, Esasperato, mio padre mi lanciò un ultimatum; se non smettevo di seguire l’ISKCON, sarei stato privato del patrimonio familiare. Con l’impeto proprio della gioventù risposi alla minaccia dichiarando che non volevo niente della sua ricchezza.

Lasciare le Comodità della Famiglia

Sebbene avessi successo nel mio lavoro, ero giovane e non avevo alcuna esperienza del vivere solo senza servitori che si prendessero cura di me. Capii che se mio padre mi buttava fuori di casa, la mia vita sarebbe stata difficile, ma ero determinato a seguire la coscienza di Krsna.
Mio padre fu irremovibile e anch’io non cedetti. Una sera, dopo un’ultima discussione, lasciai la casa e in preda alla rabbia giurai di non tornarvi più. Sentivo che un giorno gli avrei dimostrato di poter accumulare moltissimo denaro da solo, I devoti dell’ISKCON di Mumbai m’incoraggiarono a restare nel tempio invece di andare a vivere solo. Poiché però tutti i giorni dovevo spostarmi dal tempio all’ufficio, cominciai a trovare duro lo stile di vita nell’ashram dell’ISKCON. Le condizioni di vita erano semplici e austere. Abituato a vivere con tutte le comodità, mi trovavo a disagio.
Intanto il mio amico Devamrta Dasa, che aveva abbandonato una promettente carriera come manager di una banca multinazionale, si dedicava a tempo pieno alla coscienza di Krsna come membro dell’ISKCON, Un giorno mi chiese di ritirare dalla banca tutti i suoi risparmi. Gli consegnai l’enorme quantità di denaro ed egli proprio davanti a me mise tutto nella cassetta delle donazioni del tempio. Rimasi esterrefatto nel vederlo dare tutta la sua ricchezza al tempio e preferire una vita da monaco potevo. Io provenivo da una ricca famiglia e, sebbene avessi incontrato molte persone religiose, non avevo mai visti prima qualcuno tanto qualificato da un punto di vista materiale che rinunciava alla propria ricchezza e alla propria fortuna per servire Dio. Sentii che ora la mia relazione con lui stava cambiando. Non era più solo un amico, ora diventava il mio consigliere e la mia guida spirituale ed avevo fiducia nelle sue qualità. Un nuovo impeto di determinazione riempì il mio cuore e così aumentai il mio impegno nel seguire la coscienza di Krsna.
L’affetto e la cura che ricevetti dai devoti del tempio, il potere della pura filosofia cosciente di Krsna e la gioia che provavo ascoltando e cantando i nomi di Krsnami aiutarono a fare il passo coraggioso di lasciare la mia casa.
La filosofia della coscienza di Krsna mi convinse che il mercato azionario è pieno dell’ansietà che deriva dal gioco d’azzardo. Feci voto di non giocare più in Borsa, Investivo solo in obbligazioni e titoli a lungo termine. Negli ultimi venticinque anni in cui ho operato in Borsa, non ho più operato neanche per una volta nel mercato dei titoli a breve termine o giornalieri, per timore di rimanere implicato nella complessità di questo mercato così variabile.
Alla Capital Market la mia capacità professionale di ricercatore analista e consulente sulle fluttuazioni della Borsa aveva aiutato molti clienti a diventare milionari e la mia compagnia a guadagnare ricche commissioni. Io non prendevo denaro dai profitti che la mia compagnia o i clienti ricavavano da investimenti a breve termine, poiché questo era contrario ai principi e al voto che avevo fatto di “non giocare d’azzardo”. Dopo il periodo di lavoro con Capital Maerket, lavorai per diciotto anni come partner della J.g. Shah & Co., una società di brokeraggio che occupa il quinto posto nella Borsa di Bombay. Nonostante fossi un partner della società, per la grazia del Signore, non ho ceduto neppure una volta a transazioni simile al gioco d’azzardo.

L’Avidità di Denaro

Comprai una piccola casa alla periferia di Mumbai e Radhanatha Swami organizzò il mio matrimonio con una devota della congregazione del tempio.
Poiché mio padre mi aveva escluso dall’eredità della famiglia, sentii il bisogno di guadagnare più denaro. Un amico e in passato mio socio d’affari mi propose un piano che ci avrebbe resi milionari da un giorno all’altro. L’offerta però presentava aspetti d’illegalità che in seguito avrebbero potuto portare a delle complicazioni. Il mio amico respinse i miei timori assicurandomi che era un piano che non poteva fallire, Unendo le nostre competenze finanziarie avremmo potuto portare questa impresa a livelli impensabili.
Era difficile resistere a questa tentazione perché così avrei potuto provare a mio padre che potevo diventare più ricco di lui e che non avevo bisogno della sua benevolenza e della sua eredità. Pensavo anche che avrei potuto usare la mia maggiore ricchezza per servire Krsna e i Suoi devoti. Il tempio ha bisogno di fondi. Ero completamente convinto di partecipare all’affare, ma prima avevo bisogno di chiedere consiglio al mio amico Devamrta Dsa.
Egli ascoltò pazientemente il mio racconto, ma non condivise il mio entusiasmo. “Sri Krsna è Dio, la Persona Suprema,” disse, “e provvede a tutto quello di cui abbiamo bisogno. Non abbiamo bisogno di denaro guadagnato illegalmente. Questo non soddisferà Krsna.” Caddi in preda alla confusione da una parte, la spinta dell’offerta allettante del mio partner mi attraeva. Avrei potuto avere successo subito e una volta per tutte avrei messo a tacere tutti coloro che mi criticavano, compreso mio padre, d’altra parte un devoto di Krsna mi diceva di non farlo. Dopo settimane trascorse in preda a pensieri e a sentimenti contrastanti, alla fine presi la mia dolorosa decisione: mi ritiravo da quel progetto. Il mio partner rimase stupefatto dalla mia “stupidità”. Ora però ero fermo nella mia scelta di vivere secondo la saggezza dei devoti di Krsna.
Un anno dopo il mio partner di un tempo m’invitò a una conferenza d’affari in un grande hotel a cinque stelle. Ora egli era un multimilionario e una star degli affari, adorato dai media. Sotto il fuoco dei flash i reporter lo intervistavano; io me ne stavo in un angolo ad osservare la sua rapida ascesa verso la fama e il successo. Alla fine della conferenza mi chiamò e mi rimproverò. “Stupido che sei, “ disse. “Avresti potuto avere questo successo. Non è ancora troppo tardi. Il mio invito è ancora valido. Fidati, sono tuo amico. Con la tua intelligenza, potresti essere due volte più ricco di me. Lo ascoltai pazientemente ma non fui tentato. Ora ero profondamente attaccato ai devoti e al modo di vivere cosciente di Krsna. Ciò che guadagnavo era sufficiente a soddisfare la mia famiglia. Mia moglie, Tulasi Devi Dasi, e nostro figlio, Raghunath, condividevano i miei valori e le pratiche spirituali della coscienza di Krsna e disprezzavano la ricerca della ricchezza sotto la spinta dell’avidità. Lasciai la riunione calmo anche se deluso per la mia incapacità a convincere il mio amico ad abbandonare i suoi metodi pericolosi.
Alcuni giorni dopo mi trovai davanti a un’altra realtà.
I titoli di prima pagina di tutti i giornali nazionali e dei canali della televisione riportavano la storia di una delle tre maggiori truffe a cui l’India avesse mai assistito. Il mio amico di un tempo era esposto per una frode di cinquanta bilioni di rupie e la sua fotografia era riportata ovunque. Ora era in prigione, condannato dai media, dal governo e dalla polizia e accusato di più di cento seri reati finanziari, Mentre seguivo con attenzione le notizie, realizzai che la coscienza di Krsna e la compagnia dei devoti mi avevano salvato. Se non fosse stato per il mio amico devoto, Devamrta Dasa, anch’io oggi sarei stato a languire in una prigione. Krsna mi aveva salvato mandando i Suoi cari devoti come amici e benefattori.

Imparare le Lezioni della Vita

Negli ultimi venti anni di pratica della coscienza di Krsna e vedendo le fortune instabili dei mutevoli mercati finanziari, ho imparato preziose lezioni per la vita spirituale, Un modo energico di ascoltare e cantare mi ha sostenuto in questi ultimi venti anni. Ho fatto il voto di non entrare mai più in Borsa senza aver prima completato il canto dei sedici giri sulla corona. Prima ascolto anche una lezione sull’iPod o al tempio e solo allora entro nell’arena degli affari. Queste pratiche mi hanno dato la forza dall’interno per resistere alle tentazioni e prendere le decisione giuste. Un’altra lezione che ho appreso è il valore della compagnia dei devoti santi. Ho osservato che i devoti appartenenti all’ordine di rinuncia sono felici anche senza possedere denaro. In forte contrasto, ho visto persone che operavano in Borsa guadagnando fino a 200.000 rupie al giorno essere infelice aver bisogno delle pillole per dormire. Questo mi ha convinto che il denaro non è la fonte della felicità. Anche questa realizzazione mi ha aiutato a rifiutare offerte tentatrici da parte di affaristi che volevano darmi il cinquanta per cento dei loro profitti se fossi diventato il loro consulente finanziario. Mi assicuravano perfino che avrebbero sostenuto qualsiasi perdita, mentre io per aiutarli dovevo solo offrire il mio intuito per l’andamento del mercato azionario. Ho rifiutato queste offerte perché sono chiaramente giochi d’azzardo e deleterie per la mia salute spirituale.

Servizi Attuali

Al momento dirigo una compagnia d’investimento che aiuta le persone ad usare bene il proprio portfolio investendo in fondi sicuri e in emissioni governative. Recentemente la nostra ditta ha vinto il primo premio tra centomila ditte di Mumbai per l’eccellenza nel trattare fondi ibridi, una categoria di fondi. Lo Wealth Forum, che controlla i fondi nell’India occidentale, mi ha conferito il prestigioso titolo di Financial Advisor of the Year.
Per servire la crescente congregazione del tempio, alcuni di noi hanno fondato una piccola banca, Yamuna Kinara. Il nostro gruppo di devoti esperti di finanza offre agli altri devoti un interesse maggiore per i loro depositi di quello del mercato. E sui prestiti concessi dalla banca, mettiamo un tasso inferiore a quelli prevalenti sul mercato. Questi prestiti a basso costo vengono concessi soprattutto a devoti della comunità e lo scopo esclusivo della banca è servire i Vaisnava.
Il mio maestri spirituale ci ha dato la visione che i devoti che praticano con sincerità non dovrebbero affrontare difficoltà nella pratica della coscienza di Krsna a causa di problemi finanziari o altri di tipo materiale. Negli ultimi quattro anni questo servizio non profit mi ha dato un’immensa soddisfazione. Uso la mia abilità al servizio di Krsna e dei Suoi devoti.
Non ho neppure dimenticato l’affetto che nutrivo da bambino per la mia famiglia. Ogni giorno la ricordo e offro preghiere e ringraziamenti a mio padre e ai suoi guru. Essi mi hanno mostrato il sentiero del servizio devozionale.
Sono eternamente debitore nei confronti del mio amico Devamrta Dasa, che ora ha preso i voti del sannyasa o celibato a vita ed è conosciuto con il nome di Bhakti Rasamrta Swami.
Le mie realizzazioni possono essere riassunte in una sola frase: la vita è una lotta, ma è una lotta felice se possiamo ricordare Krsna e rimanere attaccati all’ascolto e al canto dei Suoi santi nomi in compagnia dei Suoi amorevoli devoti.


ETERNAMENTE ILLIMITATO
Ed Io
Un viaggio mentale che porta alla conclusione che l’esistenza è illimitata trova supporto nelle scritture vediche.
di Abhijit Toley

Fin dalla prima infanzia mi sono chiesto dove poteva essere il confine dell’universo. Di notte, quando le stelle scintillano su di noi enigmaticamente e la luna presiede maestosamente la moltitudine dei corpi celesti, pensavo a che cosa ci poteva essere al di là di questo universo.
Supponiamo che mi fossi avventurato nell’incantevole cielo della notte e che a un bel momento avessi raggiunto il suo confine. Che cosa avrei trovato al di là di esso? Se mai fossi riuscito a trovare questo confine, sarei stato capace di distinguere tra le due parti: al di qua del confine e al di là del confine? Con spirito d’avventura e l’annuncio di nuove scoperte avrei continuato il mio viaggio, ma in questo caso avrei incontrato un altro confine e poi un altro e poi ancora un altro. Avrei continuato a trovare confini oppure dopo un certo numero di confini non avrei più trovato il successivo. In entrambi i casi, concludevo, non avrei trovato mai un confine al di là del quale l’esistenza finisce. L’esistenza è illimitata. Questa idea mi sembrava incomprensibile ma innegabile. I viaggi mentali della mia infanzia furono completamente dimenticati non appena incontrai la profonda saggezza vedica che indica le domande fondamentali, la cui complessità scoraggia molti dal fare domande se non formali. Nelle Scritture vediche leggiamo che l’esistenza è veramente illimitata, nonostante che l’universo in cui viviamo abbia dei confini. L’universo ha una forma sferica ed è coperto da strati di elementi materiali come terra, acqua, fuoco e aria. Il cielo che vediamo di notte è all’interno di questo universo e può essere chiamato cielo materiale, ma al di là di questo universo limitato c’è l’esistenza illimitata del cielo spirituale, che non ha confini. In un angolo di questo cielo spirituale si trova l’intera creazione materiale con infiniti universi materiali in uno dei quali noi attualmente viviamo. Nell’illimitato cielo spirituale ci sono innumerevoli illimitati pianeti spirituali, detti Vaikuntha, sui quali il Signore Supremo risiede con le Sue forme illimitate e onnipotenti assieme ai Suoi innumerevoli devoti amorevoli. Là essi gioiscono degli illimitati divertimenti amorosi sperimentando una felicità sempre crescente e sempre nuova.
Brahma a Sri Krsna: “Chi sono io, piccola creatura che misura sette spanne della propria mano? Sono chiuso in un universo simile a un vaso, composto di natura materiale – l’energia materiale globale, il falso ego, l’etere, l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra. E qual è la Tua gloria? Illimitati universi passano attraverso i pori del Tuo corpo come particelle di polvere attraverso le fessure di una finestra schermata. (Srimad-Bagavatam 10.14.11) Caitanya Mahaprabhu spiega: “Il cielo spirituale che possiede al completo tutte le sei opulenze + la dimora intermedia di Sri Krsna. E’ il che in un numero illimitato di forme Krsna gode dei Suoi divertimenti. Là si trovano tutti gli innumerevoli pianeti Vaikuntha simili alle differenti stanze di un palazzo del tesoro. Questi illimitati pianeti sono la dimora dei compagni eterni del Signore, anch’essi dotati delle sei opulenze. (Caitanya-caritamrta, Madhya 21.47-48)
Nell’odierna era scientifica si pone una forte enfasi sull’ottenere la conoscenza attraverso esperimenti i cui risultati sono percepibili dai sensi grossolani.
Se qualcosa è aldilà della percezione sensoriale diretta cerchiamo di arrivare a conclusioni logiche fondate sui dati ottenuti attraverso i nostri sensi. Poiché però i sensi sono costituzionalmente imperfetti (per esempio, possiamo sperimentare la luce solo all’interno di certi limiti di frequenza) qualsiasi conoscenza possano fornici è imperfetta. Tenendo conto di questo, a una persona non resta alcuna opzione se non quella di seguire un’austerità più elevata che offre una conoscenza inavvicinabile con i sensi grossolani. Le sacre Scritture sono l’unica autorità di questo tipo. Se le nostre escursioni mentali possono portarci ad alcune conclusioni, non possono mai darci alcun dettaglio sulla natura della Verità Assoluta. D’altra parte, le Scritture rivelate, come la letteratura prima citata, non hanno soltanto individuato domande fondamentali come quelle che riguardano l’esistenza, ma hanno fornito ad esse autorevoli risposte con grande dettaglio e chiarezza. Questa profonda visione è possibile perché la letteratura vedica non ha un’origine materiale, ma è apauruseya, di origine divina. Come affermato nello Srimad-Bhagavatam (1.1.1), all’inizio della creazione dell’universo, l’autorità perfetta, Sri Krsna, impartì la completa conoscenza vedica a Brahma all’interno del suo cuore.

Cercando l’Origine

Un’altra domanda che mi ponevo da ragazzo era quale fosse l’origine di tutto. Nella nostra esperienza ogni cosa ha un’origine, ma qual è l’origine di tutto? E quando ogni cosa ha cominciato ad esistere? Feci alcune riflessioni e conclusi così: poiché ci deve essere un istante nel tempo in cui l’esistenza si è manifestata, ci deve essere anche stato un tempo in cui l’esistenza non c’era. Cioè, al tempo t non c’era esistenza – non esisteva niente. E quindi, dal nulla, letteralmente al tempo t+dt, voilà! Ecco l’esistenza! L’esistenza è venuta dalla non-esistenza. Questo, ne ero convinto al di là di ogni dubbio, non è possibile. Allora qual è la spiegazione alternativa? L’unica alternativa è che l’esistenza c’è eternamente, in ogni istante t del tempo. Poiché siamo certi che l’esistenza è eterna. L’origine di tutto, Sri Krsna, esiste eternamente e non dipende da nient’altro per la Sua esistenza. Nella Bhagavad-gita (10.8) Egli dice: “Io sono la fonte di tutti i mondi materiali e spirituali. Tutto emana da Me. I saggi che conoscono perfettamente questa verità Mi servono con devozione e Mi adorano con tutto il loro cuore.”
Dunque, l’esistenza non solo è illimitata, è anche eterna, un’esistenza eternamente illimitata. Di nuovo, incomprensibile, ma innegabile. Le Scritture vediche lo confermano nel modo seguente. Il Signore Supremo, Sri Krsna e le Sue energie esistono eternamente e simultaneamente. Proprio come il sole e la sua luce esistono contemporaneamente (il sole è l’origine), così il Signore e le Sue energie esistono simultaneamente (il Signore è la loro origine). Una delle energie del Signore è l’energia materiale di cui sono fatti gli universi materiali. Anche questa energia è eterna, ma le sue diverse manifestazioni sono temporanee. Perciò, tutto ciò che è all’interno di questo universo e l’universo stesso è temporaneo, essendo manifestazioni temporanee dell’eterna energia materiale del Signore. Le misure del tempo possono variare dal punto di vista astronomico; alcune manifestazioni esistono per alcuni minuti, mentre altre, come questo universo, esiste per trilioni di anni, ma in ogni caso tutte sono temporanee. Esse inoltre sono disperatamente insignificanti per dimensione e durata se paragonate alla natura eternamente illimitata dell’esistenza.

La Mia Esistenza è Illimitata?

La domanda successiva che mi ponevo, specificatamente dopo essermi trovato perduto all’interno di una illimitatezza eterna, riguardava la mia esistenza. Se la mia esistenza è limitata ai circa ottant’anni dell’esistenza è limitata ai circa ottant’anni dell’esistenza del mio corpo, allora tutto di questo mondo è assolutamente privo di qualsiasi significato. Che cosa sono ottant’anni in confronto all’eternità Tutti gli sforzi dell’uomo, la sua filosofia, la sua moralità, ogni suo risultato, le sue emozioni e aspirazioni, la sua filantropia – tutto – sono assolutamente insignificanti. Tutti i dibattiti su qualsiasi argomento sono insignificanti. Giusto e sbagliato, giustizia e ingiustizia. Indipendenza e schiavitù, questa o quella filosofia, gli sport, la politica, lo spettacolo, ciò che piace e ciò che non piace, la virtù e il peccato – niente ha più significato di un invisibile inutile granello di polvere in confronto all’immenso deserto. E dunque dovrei rassegnarmi a fare qualunque cosa mi piaccia per la disperatamente limitata durata della mia esistenza.
Ma che cosa dire dell’altra alternativa? E se la mia esistenza non fosse limitata solo a questa vita? E se si estendesse a molte altre vite? Se fosse eterna? Se è così, il modo in cui vivo di diventa una questione importante perché non voglio sentirmi a disagio in qualsiasi significativa durata di tempo. Come dovrei agire per rendere comoda e felice la mia esistenza?
Le Scritture vediche affermano che la comprensione fondamentale è che la vita è eterna e basano su questo i loro insegnamenti. Tutti gli esseri viventi, chiamati anime (atma), sono esistite eternamente e continueranno ad esistere eternamente.
Sri Krsna dice: “Per l’anima non vi è nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha iniziato nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e primordiale. Non muore quando il corpo muore.” (Bhagavad-gita 2-20).

Anime Dimentiche

La dimora originale delle anime è in uno dei pianeti spirituali ed esse hanno una eterna relazione d’amore con il Signore. Le anime sono dunque fatte per una vita eterna di felicità e di gioia da sperimentare con i sensi spirituali, servendo con amore il Signore suo pianeti spirituali. Le anime che hanno desiderato un’esistenza indipendente dal Signore sono state gentilmente sistemate dal Signore in questo mondo materiale, con un corpo materiale per interagire con il mondo materiale e nell’oblio della loro vera identità. Perciò è naturale che le anime negli universi materiali siano dimentiche della loro originale posizione di eterni compagni d’amore del il Signore Supremo. Poiché però le anime hanno conosciuto un amore e una felicità sublimi nel mondo spirituale, cercano la stessa esperienza nel mondo materiale. Rifiutando di servire chiunque, esse sviluppano la convinzione di poter ottenere la felicità soltanto gratificandosi la mente e i sensi. E alla ricerca di una felicità illimitata per mezzo dei sensi materiali temporanei e illimitati, esse si votano alla frustrazione (tollerandola o sfogandola) oppure iniziano a sfruttare gli altri per i propri desideri egoistici. In ogni caso i sensi materiali temporanei e limitati che interagiscono con gli oggetti di questo mondo materiale non possono mai gustare quella felicità che l’anima prova per mezzo dei sensi spirituali nel servizio d’amore al Signore. Questa situazione, in breve, è la causa di tutti i guai in questo mondo materiale.
Sri Krsna dice: “Gli esseri viventi in questo mondo di condizioni sono miei frammenti eterni, ma essendo condizionati lottano duramente con i sei sensi, tra cui la mente.” (Bhagavad-gita 15.7)
Perciò la causa originale di tutta la sofferenza è che noi, per nostra volontà, cerchiamo la felicità nel posto sbagliato. Se non impegniamo la mente e i sensi nel servizio d’amore al Signore, l’illimitata felicità che cerchiamo non sarà mai nostra. Nel mondo materiale non c’è niente che possa darcela, come possiamo facilmente constatare osservando la vita delle persone più ricche e di maggior successo materiale. Qual è l’origine di ogni felicità duratura?
La Bhagavad-gita (2.65-66) risponde: “Per chi vive nella soddisfazione della piena coscienza di Krsna, le tre forme di sofferenza materiale non esistono più; in questo stato sereno di coscienza ben presto l’intelligenza diventa ferma. La persona che non è unita al Supremo (in coscienza di Krsna) non può avere né un intelligenza trascendentale né una mente ferma, senza le quali non esiste possibilità di pace. E come può esserci felicità, senza pace?”

Pace e Felicità nel Servizio Disinteressato

Una mente soddisfatta e serena è la base di una felicità duratura. Come possiamo mantenere le nostre menti soddisfatte, proprio in quest’era in cui siamo circondati da attraenti promesse di piaceri immediati? Molti di noi possono aver constatato che aiutare gli altri dà un senso di soddisfazione alla nostra vita. Perché? Le Scritture vediche affermano che la vera natura dell’anima è il servizio disinteressato al Signore Supremo. Perciò, poiché servire qualcuno diverso da Krsna è simile a servire Lui, quando cominciamo a servire direttamente Krsna con amore si libera una goccia dell’oceano di soddisfazione e felicità in serbo per noi. Quando cominciamo a servire Krsna, molto rapidamente sperimentiamo un profondo senso di soddisfazione e di felicità e naturalmente desideriamo condividere con gli altri la nostra fortuna di avere scoperto la vera felicità.
Le persone a volte chiedono: “ A che cosa serve servire Dio che in realtà non ha bisogno del nostro aiuto anziché le persone sfortunate e bisognose in questo mondo? La risposta, che ormai avete quasi immaginato, è che ogni anima ha bisogno di servire Dio. Soltanto servendo Dio le anime possono essere felici quanto desiderino esserlo.
Perciò dovremmo servire Dio per il nostro personale beneficio. Inoltre, avendo compreso questa verità fondamentale, spontaneamente desideriamo servire gli altri incoraggiandoli a servire anch’essi Dio e in questo modo trovare la felicità nella vita. Questo è l’unico vero servizio che si può rendere agli altri; qualunque altro sarà solo una semplice sembianza di servizio senza alcun effetto positivo duraturo, perché nient’altro può curare la causa di tutte le malattie. Dunque lasciamo che tutti gli operatori sociali portino avanti la loro benefica attività, ma aggiungiamo anche questo importantissimo fattore – diffondere la coscienza di Dio – nel loro elenco di attività. Con essa, i loro sforzi avranno un vero successo; senza di essa, tutti i loro sforzi non sono altro che fallimenti totali. Con le parole di Prahlada Maharaja, un esemplare devoto del Signore: “Le persone fortemente invischiate nella coscienza del godimento della vita materiale, che per questa ragione hanno accettato come loro capo o guru un uomo ugualmente cieco, attaccato agli oggetti esterni dei sensi, non possono capire che il fine dell’esistenza è quello di tornare a Dio, nella nostra dimora originale e d’impegnarsi nel servizio offerto a Sri Visnu. Come ciechi guidati da un altro cieco perdono la strada e cadono nel fosso, così le persone attaccate alla materia guidate da altri uomini attaccati alla materia, sono saldamente legate dalle robuste corde dell’attività interessata e continuano ripetutamente a vivere la loro vita materialista patendo a causa delle tre forme di sofferenza.” (Srimad-Bhagavatam7.5.31)
Le Scritture informano coloro che lontani da Dio sono alla ricerca della felicità, che la felicità senza limiti si può trovare solo nel servirLo. Perciò sapendo che il vero interesse personale si trova nel servire Dio, l’anima di questo mondo tipicamente egoista comincia a servirLo. Servendo Dio, anche solo per il proprio beneficio, l’amore dormiente per Dio si risveglia e trasforma le azioni interessate in azioni d’amore disinteressato. La natura dell’anima è amare e servire Dio e, una volte ristabilita in questa coscienza originale naturale. L’anima desidera servire di Dio per puro amore. Un puro devoto di Dio non prende in considerazione se è felice o no. Il suo impegno è servire e compiacere il Signore. L’amore del devoto commuovere Krsna che ama tutti e Krsna reciproca in modo tale che la felicità del devoto non conosce limiti. Tuttavia le azioni di un puro devoto non sono mosse dalla reciprocazione da parte di Krsna, ma solo da un amore puro. Il puro devoto non cerca mai la propria felicità; egli cerca sempre il servizio a Krsna. In verità, questa è la definizione di amore puro e tale amore puro per Krsna è la vera essenza dell’esistenza dell’anima.
“Tutto ciò è naturale per chi ha sviluppato un intenso amore per Dio. Il devoto non prende in considerazione ostacoli o difficoltà personali. In ogni circostanza vuole servire Dio, la Persona Suprema.” (Caitanya-caritamrta, Madhya 4.186)
Dunque, il viaggio che iniziò dalla terrazza della mia casa mentre guardavo il bel cielo notturno mi ha condotto aldilà dei confini del mondo materiale nell’illimitata espansione del cielo spirituale. Esso inoltre mi ha portato nell’esistenza eternamente illimitata del Signore e delle Sue energie. La scoperta di questa incomprensibile immensità mi ha fatto riflettere sul significato della mia stessa esistenza. Ulteriori riflessioni mi hanno portato a scoprire l’eternità della mia esistenza e che sono eternamente un naturale servitore d’amore di Dio.
In più, ora ho intrapreso in un viaggio ancor più affascinante – un viaggio dell’egoismo al vero interesse verso se stessi e all’altruismo. L’incomprensibile ma innegabile eterna illimitatezza dell’esistenza all’esterno mi ha portato a scoprire me stesso all’interno.
Abhijit Toley fa parte della congregazione dell’ISKCON del tempio di Sri Sri Radha-Kunjabihari a Pune in India. Lavora come ingegnere capo con la Symatec Corporation a Pune.


I MANDRIANI CONFUSI
Quando Krsna ridimensiona l’arroganza di un dio per proteggerei Suoi cari, essi si chiedono: “Chi è questo ragazzo?”
di Kalakantha Dasa

A Krsna, l’affascinante ragazzo del villaggio, appartenevano i semplici cuori della Sua famiglia, dei Suoi amici e dei vicini. Perciò quando gli abitanti del villaggio si riunirono per adorare Indra, il dio del cielo, Krsna parlò loro con dolci e semplici parole, scevre da qualsiasi ritualità. Perché, Egli chiese, adorate Indra, che manda la pioggia anche dove non è necessario? Meglio è offrire ringraziamenti alla vera fonte della nostra ricchezza; la Collina Govardhana.
I semplici mandriani con a capo Nanda, il padre di Krsna, furono d’accordo e offrirono la loro adorazione alla Collina Govardhana. In quella festa gioiosa ricca di canti, danze, solo una persona restò contrariata.

Quando Indra, vide che Nanda rivolgeva altrove
gli onori destinati a lui, così tanto si arrabbiò
come un dio non lo era mai stato.
La più distruttiva delle sue nuvole (di nome Samvartaka) chiamò
e, sentendosi il re di tutti,
un’arrogante posizione assunse e proclamò:

“Questi allevatori di bovini che vivono nella foresta, ebbri d’orgoglio hanno
permesso al loro Krsna di non fare il sacrificio previsto in mio onore.
Sono come sciocchi che cercano di attraversare l’oceano di sofferenza con barche
che fanno acqua piene di citazioni mondane mentre la verità non viene detta.
Questi mandriani osano mandarmi in collera per poter idolatrare un ragazzo
sciocco
che parla tropo e pensa di essere tanto saggio? Pensando di potermi ignorare?
Come li ha resi orgogliosi la loro ricchezza! Samvartaka!
L’ordine è: distruggere le loro mandrie! Questo non si può permettere!
Gli dei del vento a punire questa terra di Vraja ti aiuteranno.
Il mio elefante. Airavata, a capo di tutti sarà.
Questo villaggio insieme distruggeremo!
Allora inginocchiarsi li vedremo
davanti a colui che
mandando la pioggia le loro preziose mucche mantiene.”

Samvartaka, che satura l’universo intero,
a far scendere la pioggia su Vrindavana cominciò
finché ne fu sommersa.
Incessantemente acqua sul piccolo regno di Nanda le nuvole versavano
e con fulmini e pioggia tutti i residenti spaventavano.

Pioggia torrenziale in enormi colonne con flusso incessante cadde.
I terreni più alti da quelli più bassi più non si distinguevano.
Le mucche a tremare per la pioggia e il freddo vento iniziarono.
Con le mani in alto,
gli amici e la famiglia di Sri Krsna Lo pregavano:

“O Krsna, Krsna!
Nessuno è così gentile e grande come Te.”
Proteggi le nostre mucche dall’ira d’Indra
e, per favore, proteggi anche noi!”
Alla vista della loro disperazione e del numero enorme di nuvole tempestose
senza controllo,
Sri Krsna capì che le raffiche di vento
e grandine erano opera di Indra.

Sri Krsna pensò: “Il mio intervento ha indotto questo dio a mandare
fuori stagione pioggia, forti venti e grandine
per i miei amici danneggiare.
Un dio come Indra forte e orgoglioso, ad errori è incline.
Lo aiuterò a tenere in mente
che è qui non a prendere ma a dare.
Questo dio in virtù e non per sciocco orgoglio deve agire.
Lo umilierò.
Il suo ego è diventato esagerato.
Poiché Indra i Miei amici ha spaventato
e li ha messi in ginocchio,
ora li salverò
perché ho fatto voto che i Miei devoti proteggerò.”

Alzando la Collina Govardhana

e allora, come un bambino potrebbe raccogliere un fungo da un prato,
Sri Krsna la Sua giovane mano allungò
e la collina Govardhana alzò.

“Oh Madre, Padre, amici!” Egli gridò,
“per ora rifugiatevi qui.
Al sicuro vicino a questa bella collina sarete.
E le mucche non vi dimenticate.
La vostra salvezza dal vento e dalla pioggia
é già stata organizzata.
Non temere,
con la Mia mano questa collina terrò.”
Con la mente rasserenata dalle parole di Krsna, tutte le persone obbedirono
e con i carri, le mucche e i sacerdoti
dalla terribile tempesta fuggirono

Le persone stupefatte e con gli occhi sgranati
Krsna ch eteneva in alto la collina guardarono
e per sette giorni né fame, né sonno, né sete provarono.
Affascinati il figlio di Nanda guardavano
Che sostenendo questa collina gigantesca felici li rendeva.

Il re Indra, invece, ai proprio occhi non credeva.
“La pioggia sommerge la terra, ma poi subito asciuga!” diceva.
Samvartaka, i tuoi lampi ricadono come fiori
su quella collina.
Smetti di far soffiare il vento –
Laggiù qualcuno possiede forza e abilità maggiori.”

Sri Krsna vide la tempesta cessava
e il sole nel cielo risplendeva.
“E’ tutto finito,” riferì agli uomini. “Sarete tutti salvi e asciutti.
Il fiume si è ritirato. Riprendiamo la nostra vita.
Ora a casa andate
con figli, mogli
e tutto ciò che possedete.”
Gli abitanti di Govardhana pronti per partire le proprie mucche riunirono
e i carri caricarono.
Immediatamente tutti uscirono
e allora, con tutta la Sua forza e la Sua grazia,
il piccolo figlio di Nanda
al suo posto rimise la collina.
I residenti di Vrindavana, in grande estasi,
per età e per rango divisi,
a ringraziare il Signore andarono.
Alcuni Lo benedirono; altri Lo abbracciarono e altri
Genuflettersi preferirono.
Le donne in segno di rispetto yogurt e cereali Gli offrirono.

Poi piangendo lacriem di gioia. Suo padre, Sua madre, il fratello
e la madre adottiva si
presentarono,
e con affetto Sri Krsna abbracciarono.
Completamente sopraffatti dalla felicità,
le proprie benedizioni al loro caro ragazzo davano,
mentre felici gli abitanti dei pianeti celesti
una pioggia di fiori versavano.

Mentre i pianeti celesti dei suoni dei tamburi e di canti
risuonavano,
i piccoli mandriani, i cari amici del Signore,
con amore Lo circondavano.
I ragazzi la collina Govardhana lasciarono
E le proprie mucche al pascolo portarono
lasciando che l’erba mangiassero.
Le gopi, con la mente rapita nel pensiero di Krsna, verso casa si
diressero.

I Mandriani Increduli

I mandriani, meravigliati da Krsna, confusi si sentivano
Perciò la sua opinione al loro amato Nanda chiedevano,
“Tuo figlio alza montagne e uccide demoni senza difficoltà essi
dicevano,
poiché Egli è superiore a noi,
perché sta con noi?

Tuo figlio ha solo sette anni, ed ha poteri singolari,
Le colline alza come gli elefanti raccolgono fiori di loto.
Quando era appena un bambino, come se un dente si togliesse,
la vita da Putana succhiò come il tempo la gioventù succhia via.

A tre mesi, con il Suo alluce, un calcio sferrò
E a terra un carretto buttò.
Poi un turbine in aria cavalcò
E giù lo riportò
Krsna, ai Suoi primi passi, due alberi arjuna sradicò.

Il significato delle attività di tuo figlio puoi spiegare?
Mascherato da vitello, il demone Vatsa uccise.
Il becco del demone Baka afferrò
e quel furfante in due spezzò.
Gli asini giganti in aria lanciò,
facendoli girare sugli alberi li gettò
e con grande abilità sulle teste di Kaliya danzò.
Con tutte le imprese e i poteri sovrumani mostrati
che Krsna sia un bambino di sette anni pensare possiamo?
E Nanda, lascia che ti chiediamo:
perché tutti da un così grande affetto per tuo figlio siamo presi?

Il re Nanda rispose: “Amici miei, amici miei, così tante domande non vi fate.
Quando Gargamuni l’oroscopo di Krsna
Interpretò, che Krsna avrebbe fatto dei
miracoli riportò
e questo è ciò che Egli realizzò.
Esattamente lasciatemi dire
Quello che di mio figlio poté riferire:

“Il Tuo Krsna prima in molte ere passate
é apparso,
con una carnagione di color bianco, rosso e giallo e in diverse caste sociali.
E’ un figlio di Vasudeva, così proclamano
le stelle eterne nei cieli,
perciò in questa vita il Suo nome sarà
‘Vasudeva’.
Tuo figlio, grazie alle Sue attività,
un infinito numero di nomi assumerà.
Egli felici i tuoi sudditi renderà
e dalle calamità vi proteggerà.
Quando gli dei sono sconfitti e il male la
Terra sommerge,
Sri Visnu viene’
Tuo figlio è come Visny. ServiLo bene
in questa vita.”

Nanda continuò: “Fin da allora ho visto
Krsna comportarSi come Visnu,
quindi si può pensare che sia di natura
divina.”
In estasi Sukadeva concluse:

I mandriani, rallegrati e sollevati da
quanto udito,
ad onorare Krsna con offerte e dolci parole iniziarono.
Indra che li aveva colpiti con grandine
Tagliente come coltelli osservarono,
finché Krsna la collina Govardhana alzò
e le loro vite in pericolo salvò.
Come abbiamo detto la forza, la grazia e
La gentilezza che Egli manifestò,
sono tipiche di Krsna.
Oh, soddisfatto di noi Egli essere possa!

Srinathaji e Sri Krsna nella sua forma di
Colui che solleva la Collina Govardhana.
La Divinità originale, scoperta a Vrndavana da Madhavendra Puri, si trova a Nathwara, nel Rajasthan. La
Divinità sopra è adorata altrove.

EPILOGO: Alcuni pensano che Dio sia orfano, senza amici, ma non è così. Egli Si diverte a incantare i Suoi devoti più intimi facendoli sentire Suoi genitori e Suoi amici. Talvolta perfino I Suoi amici e i Suoi genitori riconoscono temporaneamente la Sua divinità, e questo porta a un divertimento ancora più trascendentale.
Subito dopo che Indra si era placato, il padre di Krsna fu rapito da Varuna, il dio dell’acqua. Quando Krsna lo ebbe liberato, i mandriani supposero che Krsna doveva essere Dio Stesso. Vedendo la loro curiosità, Krsna portò i mandriani nella Sua dimora nel mondo spirituale.
L’atmosfera era quella di Vrindavana, un luogo che tutti conoscevano,
ma Krsna, là, era adorato – qualcosa che essi non avevano mai fatto.
I testi vedici personificati circondavano il figlio di Nanda.
E Lo pregavano incessantemente. I mandriani ne rimasero stupefatti.

Kalakantha Dasa, insegnante e autore, fa il cappellano del popolare centro per studenti ‘Krishna House’ alla University of Florida a Gainesville. La poesia sopra trascritta è stata adottata da A God Who Dances, la versione poetica dell’autore del Decimo Canto dello Srimad-Bhagavatam.


SRILA PRABHUPADA PARLA CHIARO

IL CONDIZIONAMENTO MIGLIORE
La seguente conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed alcuni suoi discepoli ebbe luogo nel giugno del 1974 durante una passeggiata mattutina a Ginevra.

SRILA PRABHUPADA: Tutti i grandi leader del mondo pensano stupidamente di essere indipendenti. Sono come il cane che dimentica di essere sotto il controllo del suo padrone. Il cane non sa di essere controllato. Pensa: “Ora sono libero. Bau! Bau!” Ma ecco che con una tiratina della catena il padrone pone fine a tutte le sue sciocchezze.
DISCEPOLO: Srila Prabhupada, specialmente nei Paesi occidentali alle persone non piace pensare di essere sotto il controllo di qualcuno.
SRILA PRABHUPADA: Perciò sono dei mascalzoni. Krsna di che personalmente, ahankara vimudhatma kartaham iti manyate (Bhagavad-gita 3.27): “Gli sciocchi e i mascalzoni pensano ‘Sono io che agisco’” Perciò è un mascalzone. Nonostante la sua grandissima casa, la sua bella strada e la sua ottima macchina, è un mascalzone. Pensa di essere indipendente, che non morirà, ma appena maya (l’energia materiale) lo prende a calci in faccia, deve morire. Immediatamente. Egli può protestare: “Ho ancora degli affari da sbrigare!” “Ho ancora degli affari da sbrigare!” Ma maya dice: “No, no, signore, devi morire immediatamente.” Ed egli pensa di non essere controllato. Che sciocchezza!
Perciò la vera conoscenza consiste nel comprendere: “Nonostante il cosiddetto sviluppo della mia civiltà, sono sotto controllo.” Questo è l’inizio della conoscenza. Quindi dovremmo pensare a come liberarci da questo controllo, ma se pensiamo: “Non sono controllato,” allora non siamo migliori dei cani e dei gatti. Com’è spiegato nella Bhagavad-gita (3.27). Prakrteh kriyamanani: ognuno è tirato per l’orecchio dalla prakrti, la natura materiale: “Vieni qui!”
“Si, signore.”
“Vieni qui!”
“Si, signore.”
Appena si mangia un po’ di più del necessario, maya dice: “Devi digiunare per tre giorni.” Allora, non sei sotto controllo? Vedi come sono sciocche le persone, eppure ottengono il Premio Nobel.
DISCEPOLO: Nessuno è stato mai insignito con il Premio Nobel per aver detto:”Si, siamo tutti sotto controllo.”
SRILA PRABHUPADA: Questo accade perché anche gli uomini che conferiscono i Premi Nobel sono dei mascalzoni. E’ una società di sciocchi e di mascalzoni. Perciò il mio Guru Maharaja (maestro spirituale) era solito dire. “Questa è una società di ingannatori e di ingannati.”
DISCEPOLI: Stamattina ho preparato un argomento.
SRILA PRABHUPADA: Qual è?
DISCEPOLI: Gli psicologi hanno una teoria secondo cui una persona è condizionata dall’ambiente, dall’educazione, dai genitori e dagli insegnanti e così via e agisce e pensa secondo questo condizionamento. Perciò gli psicologi sostengono che la coscienza di Krsna è solo un altro tipo di condizionamento, perciò quando vivi in un tempio Hare Krsna lasci un tipo di condizionamento per entrare in un altro tipo di condizionamento.
SRILA PRABHUPADA: Si, certamente, siamo d’accordo, la coscienza di Krsna è condizionante. La tua posizione è che devi essere condizionato. Se diventi condizionato da Dio, questa è la perfezione, ma se diventi condizionato da maya, questo è un guaio per te. In ogni caso però devi essere condizionato: non puoi essere indipendente. Sfortunatamente pensi di essere indipendente. E’ per questo che sei un mascalzone. Dovresti pensare sempre: “Devo essere sotto controllo questa è la mia posizione costituzionale nella vita” Nella Bagavad-gita (9.13) Krsna afferma mahammanas tu mam partha daivim prakrtim asritah: “Le grandi anime,i mahama,sono protetti dalla natura divina.” Perciò i devoti sono sempre condizionati: sono sotto la natura spirituale di Krsna (daivi prakrti).
Prima di tutto dobbiamo comprendere che la nostra posizione naturale è essere condizionati.
Krsna dice, sarva-dharman parityajya mam edam saranam vraja: “Diventa condizionato da Me; abbandonati a Me. Allora sarai felice.” (Bg 18.66) Coloro che pensano: “Non dobbiamo essere condizionati” sono in maya (illusione). I Veda dicono, nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman: “Tra tutti gli esseri viventi eterni. Uno fornisce a tutti gli altri ciò che Nessuno può essere indipendente; non è possibile. Questi mascalzoni elaborano una filosofia sbagliata; questa idea di “completa indipendenza”. Diventano semplicemente sempre più condizionati dall’energia esterna, materiale di Krsna.
DEVOTO; La loro idea è che, siccome i nostri problemi hanno origine dal tipo di condizionamento sbagliato ricevuto durante l’infanzia, da bambini ci dovrebbe essere data l’opportunità di una buona famiglia, di una buona educazione e via dicendo e in questo modo, nella vita non ci sarà alcuna reazione negativa.
SRILA PRABHUPADA: Ciò significa che a un bambino dovrebbe essere data la possibilità di un miglior condizionamento. Il condizionamento però deve continuare. Se dicono: “Lasciate che al bambino sia data la libertà!” sono degli sciocchi.
DISCEPOLI: Dicono che il bambino può essere libero se riceve un buon condizionamento.
SRILA PRABHUPADA: Cattivo condizionamento o buon condizionamento – dov’è la libertà? Invece di un cattivo condizionamento suggeriscono un buon condizionamento; ma questa non è libertà. Supponi di essere in prigione. Sei condizionato pesantemente. Anche quando sarai rilasciato e otterrai la cosiddetta libertà, sarai ancora sotto il controllo delle leggi dello Stato. Non sei libero. Sei semplicemente passato da un cattivo condizionamento a un buon condizionamento. E se obbedisci alle leggi dello Stato, sei un buon cittadino e puoi trascorrere una vita tranquilla, ma sei ancora sotto controllo. Come puoi pensare di essere libero? Questa è una sciocchezza.
DISCEPOLO: Allora in altre parole, la tua idea è di dare un condizionamento migliore alle persone?
SRILA PRABHUPADA: No, non un condizionamento migliore, il migliore dei condizionamenti. Il miglior condizionamento consiste nell’essere sotto il controllo di Krsna. Questa è vita di prima classe e questo è l’unico modo di liberarsi dal controllo dell’energia materiale.


ESPERIENZE DI PRE-MORTE
Dove la Scienza Incontra L’Anima

La ricerca scientifica sulle esperienze pre-morte sostiene la spiegazione vedica della coscienza e della percezione.
di Caitanya Carana Dasa

La scienza può continuare a dire: “Queste cose sono semplicemente impossibili’; tuttavia finché questi avvenimenti si moltiplicano in differenti paesi e per così pochi di essi esiste una giustificazione razionale, non è un buon metodo ignorarli.”
Lo psicologo americano William James.

C’è una prova scientifica dell’esistenza dell’anima’” è la domanda ricorrente che i devoti devono affrontare ogni qualvolta condividono la filosofia della coscienza di Krsna con altri. Si, c’è. La ricerca scientifica in campi quali la coscienza, i ricordi delle vite passate e le esperienze pre-morte (EPM) offrono prove persuasive. In questo articolo tratterò il fenomeno delle EPM.

Insolito ma Universale

Le esperienze pre-morte sono esperienze di visioni e percezioni straordinarie durante momenti d’incoscienza di persone che da un punto di vista medico erano morte e quasi per cause varie quali incidenti, malattie interventi chirurgici o tentativi di suicidio. Queste persone sono tornate da stati di morte e di pre-morte a raccontarci le loro sorprendenti esperienze.
Esperienze pre-morte sono state testimoniate da tempo immemorabile nelle culture di tutto il mondo. In uno studio multiculturale pubblicato nel Journal of the Society for Psychical Research nel marzo del 1978, il ricercatore Dean Sheils riferiva che le credenze relative alle esperienze pre-morte sono presenti in circa il novantacinque per cento delle culture del pianeta e colpiscono per la loro uniformità anche se espresse da culture diverse per struttura e localizzazione.
Nei tempi moderni, l’interesse popolare per le esperienze pre-morte è stato inizialmente suscitato dal libro del 1975 di Raymond Moody Life after Life che riportava numerose esperienze pre-morte riferite a un ampia rappresentanza di persone. Secondo l’inchiesta Gallup e Proctor del 1980-1981, il quindici per cento di tutti gli americani che si sono trovati in situazioni di pre-morte, hanno avuto un’esperienza pre-morte. Da un punto di vista più clinico, Pim van Lommel, un cardiologo olandese, ha trovato che, tra i pazienti che erano stati rianimati con successo dopo arresti cardiaci, il diciotto per cento aveva avuto un’esperienza pre-morte.

La Prova Elimina lo Scetticismo

Durante gli stadi di pre-morte, i pazienti riferiscono di aver vissuto molte esperienze straordinarie – incontro con esseri luminosi, visione di tutta la propria vita, viaggio in una dimensione piena di colori meravigliosi – molte delle quali hanno cambiato profondamente la loro vita. Dal punto di vista della prova scientifica, le più importanti tra queste esperienze sono quelle autoscopiche, cioè fuori dal corpo, in cui il pazienti riferiscono di aver visto il proprio corpo dall’esterno (in genere dall’alto del tavolo operatorio) e danno anche descrizioni verificabili degli interventi chirurgici messi in essere dallo staff medico. Secondo l’attuale prevalente visione scientifica, i pazienti in stato d’incoscienza non possono essere consapevoli di questi dettagli e pertanto le loro descrizioni non sono altro che allucinazioni o, nel migliore dei casi, ipotesi plausibili.
Questa fu l’attitudine del dott. Michael Saborm, un cardiologo americano che aveva iniziato con scetticismo le sue ricerche sulle esperienze pre-morte negli ultimi anni del ’70. Nel suo libro Recollections of Death: A Medical Investigation, Sabom metteva in evidenza il suo progetto iniziale d’invalidare le percezioni dichiarate dai pazienti autoscopici: “Giocherei la mia esperienza di esperto cardiologo contro i ricordi visivi dichiarati da persone profane. Così facendo, ero convinto che sarebbero apparse ovvie contraddizioni per ridurre queste osservazioni visive riferite a niente di più che a “un’ipotesi plausibile” da parte del paziente.”
Lo scetticismo iniziale di Sabom svanì subito, mentre l’evidenza delle prove continuava a crescere nella sua ricerca sulle esperienze pre-mortem durata più di trent’anni. Ecco alcuni casi tratti dai libri di Sabom che hanno cambiato la sua comprensione della vita e della morte ed anche quella di migliaia dei suoi lettori.
Un pilota dell’Air Force in pensione che aveva avuto un forte attacco cardiaco riferì con molti dettagli lo svolgimento della rianimazione. Egli descrisse perfino il movimento dei due aghi del defibrillatore, un apparecchio elettronico usato per dare scosse elettriche nel tentativo di recuperare il normale funzionamento cardiaco: “Esso (il misuratore della defibrillazione) era quadrato e aveva due aghi, uno fisso e uno che si muoveva … il primo ago si muoveva ogni volta che essi premevano. Penso che muovessero l’ago fisso e allora si calmava … Sembrava che l’ago che si muoveva in realtà venisse su piuttosto lentamente. Non compariva all’improvviso come in un amperometro o un voltmetro o qualche altro tipo di apparecchio di registrazione … La prima volta si posizionò tra un terzo e metà del fondo scala. Allora lo fecero di nuovo e questa volta l’ago superò la metà del fondo scala e la terza volta arrivò quasi ai tre quarti.”
Sabom spiega il significato di questa particolare osservazione: “Ero particolarmente affascinato dalla sua descrizione di unago ‘fisso’ e un altro che ‘si muoveva’ sulla parte anteriore del defibrillatore come se fosse carico di elettricità. Il movimento di questi due aghi non è niente che egli possa aver osservato senza aver veramente visto lo strumento in uso. Questi due aghi sono usati separatamente (1) per preselezionare la quantità di elettricità da mandare al paziente (la descrizione del paziente: “Essi muovevano l’ago fisso ed allora si calmava”) e (2) per indicare che il defibrillatore viene caricato con la quantità preselezionata (la descrizione del paziente: “L’ago che si muoveva sembrava venir su piuttosto lentamente in verità. Non appariva improvvisamente come in un amperometro o in un voltmetro o in uno strumento di misurazione.
Questo metodo di carica viene compiuto soltanto immediatamente prima della defibrillazione, perché una volta caricato, questo strumento comporta un serio rischio elettrico se non viene scaricato correttamente con un metodo molto particolare. Inoltre, i misuratori del tipo descritto da quest’uomo non si trovano nei modelli più recenti di defibrillatori, ma venivano comunemente usati nel 1973, al momento del suo arresto cardiaco.”
Come poteva una persona che si trovava (1) ad affrontare un arresto cardiaco, (2) che stava per essere scosso da uno shock elettrico (3) mentre era quasi certamente incosciente e (4) non in una posizione fisica da poter vedere il defibrillatore (5), osservare con metodo il movimento degli aghi sul quadrante?
In un altro caso riferito dal dott. Sabom una donna diede una descrizione dettagliata ed accurata da un punto di vista medico della sua operazione ad un disco lombare, eseguita con la paziente in posizione supina. Ella riferì che l’operazione, con sua grande sorpresa, non era stata eseguita dal suo chirurgo ma dal primario della neurochirurgia, un dettaglio esatto che non le era stato riferito. Seguendo Sabom, molti altri ricercatori sono stati coinvolti in esperienze premorte che hanno presentato percezioni accurate o esatte.

Incosciente ma Cosciente?

Come potevano queste persone acquisire tali informazioni accurate su ciò che accadeva mentre erano incoscienti da un punto di vista medico? Potevano aver avuto le informazioni sulle procedure mediche conoscendole in precedenza? Sembrava che questa conoscenza esatta fosse impossibile per pazienti non collegati direttamente alla professione medica. Tuttavia Sabom, essendo un rigoroso ricercatore scientifico, decise di valutare questa possibilità. Propose un questionario di controllo a un gruppo di venticinque cardiopatici i cui casi erano simili a quelli di coloro che avevano riferito esperienze pre-morte. Quando alle persone sotto controllo fu chiesto d’immaginare quello che sarebbe accaduto nella sala operatoria quando i dottori risuscitavano un paziente con arresto cardiaco, due di loro non dettero alcuna descrizione e venti tra i rimanenti ventitre fecero errori grossolani. In netto contrasto, delle trentadue persone che avevano riferito di aver avuto esperienze pre-morte, ventisei dettero delle descrizioni generiche che non contenevano alcun errore grossolano e sei diedero riferimenti dettagliati, in esatto accordo con gli interventi medici che non avevano visto. Basandosi su questo studio, Sabom concluse: “E’ molto probabile che questi resoconti di pre-morte non siano invenzioni sottili basate su una conoscenza generica precedente.”
Potevano queste persone essere state parzialmente coscienti e aver acquisiti queste informazioni per mezzo di esperienze sonore e tattili?
Questa ipotesi non spiega i casi di premorte in cui le persone riferiscono eventi accurati avvenuti immediatamente vicino a loro informazioni che non potrebbero aver avuto origine da esperienze sonore o tattili o con alcun mezzo normale anche se fossero stati coscienti.
Sabom riferisce un caso in cui un paziente in via di guarigione da una malattia aveva subito un arresto cardiaco imprevisto. Dopo che era stato rianimato, egli riferì che aveva avuto un’esperienza fuori dal corpo durante la quale era andato nella hall e aveva visto la moglie il figlio maggiore e la figlia che stavano arrivando lì, cosa che era accaduta realmente. Questa informazione è molto significativa perché (1) quando stava per essere dimesso, non si aspettava che i membri della sua famiglia venissero a trovarlo; (2) anche se avesse saputo che venivano a trovarlo, non poteva sapere chi sarebbe venuto perché egli aveva sei figli adulti, che a turno accompagnavano sua moglie quando veniva a trovarlo;
(3) i membri della sua famiglia erano stati fermati nella hall dieci porte prima della stanza dov’egli veniva operato dai dottori e dalla infermiera; (4) il suo viso era girato dall’altra parte rispetto a loro; e (5) stava per essere rianimato dopo l’arresto cardiaco.
Esperienze pre-morte, che riguardano pazienti incoscienti che danno precise informazioni da fuori del corpo ma vicini ad esso, sono state riferite per più di mezzo secolo, come riportato nell’articolo di Hornell Hart pubblicato nel Journal of the American Society for Psychical Resarch (Vol 48, No. 4)

Vere Allucinazioni

Queste esperienze potrebbero essere solo allucinazioni di persone che desiderano evitare la paura della morte? Le esperienze pre-morte sono nettamente diverse dalle allucinazioni sia per i loro contenuti che per i loro effetti, come risulta evidente dalla tabella a sinistra: le esperienze pre-morte differiscono dalle allucinazioni non solo nei loro aspetti empirici, ma anche nel loro meccanismo scientifico causativo. In un articolo della rivista medica The Lancet, Pim van Lomnel e i suoi colleghi ricercatori olandesi presentano un errore determinante in tutte queste spiegazioni fisiologiche dell’esperienza pre-morte: “Con una spiegazione puramente fisiologica (dell’esperienza pre-morte) come l’assenza d’ossigeno al cervello che a causa questa esperienza, la maggior parte dei pazienti che sono morti da un punto di vista clinico ne potrebbero riferire una.” Lomnel mette in evidenza che tra tutte le persone in condizioni fisiologiche simili o dovute ad allucinazioni, solo alcune hanno esperienze pre-morte. Questa selettività delle esperienze pre-morte dimostra che non sono allucinazioni e non sono causate da condizioni fisiologiche. Aggiungete il fatto convincente che molti di coloro che hanno avuto esperienze pre-morte danno informazioni accurate che non sarebbero mai state possibili per mezzo delle allucinazioni e l’ipotesi dell’allucinazione può essere tranquillamente eliminata.

Riflettere sulle Esperienze Pre-morte senza Schemi Fissi

La ricerca sull’esperienze pre-morte non è ristretta ad alcuni scienziati famosi; centinaia di scienziati in tutto il mondo sono impegnati nella ricerca in seri forum globali come la Società Internazionale per gli Studi sulle Esperienze Pre-morte e in pubblicazioni accademiche come The Journal of Near-Death Studies. Se la coscienza scaturisse dal cervello, come la scienza tradizionale vorrebbe farci credere, una persona incosciente non potrebbe avere:
1. Un chiaro sviluppo di pensiero.
2. Una conoscenza di ciò che la circonda.
3. Una conoscenza al di là di ciò che la circonda.
Ma le esperienze pre-morte dimostrano che ciò che è teoricamente impossibile in realtà è accaduto, com’è stato documentato da rigorosi ricercatori in condizioni attentamente monitorate. Secondo la scienza lo scopo della teoria è spiegare i fatti e non contrapporsi ad essi. Ciò che è avvenuto nelle esperienze pre-morte contraddice con forza la teoria dell’origine cerebrale della coscienza. In realtà, anche solo uno dei casi di esperienza pre-morte è sufficiente a confutare questa teoria; se la coscienza di una persona continua ad esserci anche quando il suo cervello non funziona, questo dimostra che la coscienza non ha origine nel cervello.
Allora dove ha origine la coscienza? Portando la domanda all’estremo, chi è che percepisce il corpo dall’estremo, chi è che percepisce il corpo dall’esterno, chi è che percepisce il corpo dall’esterno durante questa esperienza? Cercando la risposta a domande come questa, ricercatori d’avanguardia si pongono coraggiosamente il problema al di fuori dei limiti materiali della scienza riduzionista per esplorare spiegazioni scientifiche alternative. Testi vedici come la Bhagavad-gita offrono una promettente via d’uscita da questi schemi con la loro acuta visione dell’origine della coscienza e del meccanismo d’interazione tra corpo e anima.
La Gita (2.17) spiega che l’anima pervade il corpo con la coscienza ed è indistruttibile, indicando così che l’anima continua ad esistere anche quando il corpo è morto o quasi morto. Inoltre la Gita sviluppa il concetto che la coscienza, l’energia dell’anima, pervade il corpo come la luce del sole, l’energia del sole, pervade l’universo. La coscienza nel corpo materiale è incanalata su due tipi di strumenti: grossolano e sottile. Il corpo grossolano o visibile è quello che comunemente chiamiamo il nostro corpo fisico e quello sottile comprende principalmente ciò che chiamiamo mente. Di solito la coscienza dell’anima viene incanalata attraverso la mente al cervello, al corpo e al mondo esterno.
Ma poiché l’anima e il corpo sono essenzialmente differenti, in particolari circostanze l’anima può separarsi dal corpo, come quando, in esperienze fuori dal corpo, il corpo ha subito dei danni. In seguito a questa separazione, l’accuratezza delle percezioni durante le esperienze fuori dal corpo rivela che l’anima continua ad essere cosciente per mezzo del corpo sottile anche quando il cervello non funziona. (Questo meccanismo è rappresentato a sinistra.)

Una Spiegazione Olistica e una Vita Olistica

Una valida teoria scientifica spiega con coerenza non solo il fenomeno che intende spiegare, ma anche altri fenomeni connessi. La validità della teoria vedica dell’anima è evidente grazie alla sua capacità di spiegare non solo esperienze pre-morte e fuori dal corpo, ma anche i fenomeni ad esse connessi come la vista della mente.
Nel suo libro Mindsight: Near-Death and Out-of-Body Experiences in the Blind, Kenneth Ring descrive come molte persone cieche siano riuscite a vedere solo durante le loro esperienze pre-morte e mai più. I testi vedici spiegano che l’anima incarnata vede con l’aiuto della mente e del meccanismo degli occhi. Per i ciechi, il meccanismo della vista è menomato, ma come anime essi conservano il potere della vista. Quando il loro corpo sottile viene disgiunto da quello grossolano durante le esperienze fuori dal corpo, la vista sottile non più impedita dalla disfunzione della vista grossolana, è capace di vedere. Nello stesso modo il modello vedico può spiegare anche molti altri fenomeni paranormali, come la telepatia, la chiaroveggenza e la facoltà di udire ciò che non è udibile.
Le esperienze pre-morte offrono una decisiva e autentica dimostrazione scientifica che la coscienza non dipende dal corpo materiale. Dando ad alcuni di noi esperienze di vita aldilà del corpo temporaneo, gli stati di premorte ci danno l’impulso a lottare per la completa esperienza dell’eternità.
La Bhagavad-gita offre un metodo sistematico e pratico per sperimentare la nostra innata spiritualità e rivendicare così il nostro diritto perduto alla vita eterna. In realtà l’importanza delle esperienze pre-morte riecheggia il messaggio universale delle Scritture vediche di rivendicare la vita eterna come nostro diritto di nascita. Mrtyur ma amrtam gama: “Vai dalla morte verso l’eternità.”

Caitanya Carana Dasa è discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. E’ laureato in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni e fa servizio a tempio pieno nel tempio ISKCON di Pune. La sua rivista gratuita. “Lo Scienziato Spirituale” offre una presentazione scientifica della coscienza di Krsna. E’ l’autore di otto libri, compreso Solving the Reincarnation Puzzle di prossima pubblicazione, da cui è stato tratto questo articolo.


ESTRATTI DI LIBRI

IL RAMAYANA
In Una Nuova Veste

La nuova edizione ridotta del Ramayana, edita dalla divisione mediterranea della Bhaktivedanta Book Trust, presenta l’opera di un artista italiano, Purana Dasa, la cui abilità nell’uso dei più recenti software è evidente nelle sue straordinarie illustrazioni. Il testo di questa edizione del Ramayana di Valmiki è stato scritto da Purnaprajna Dasa e si basa sull’edizione della Gita Press. Qui viene presentato un estratto del libro e qualche illustrazione. Il racconto inizia dalla fine dell’epica battaglia, quando Sri Ramacandra e i Suoi compagni stanno per partire da Lanka per raggiungere Ayodhya.
Vibhisana si affrettò a portare il carro Puspaka, quel meraviglioso veicolo che Ravana aveva rubato a Kuvera. Era stato costruito da Visvakarma ed era essenzialmente d’oro con i sedili di vaidurya-mani, gemme di vario colore, e poteva viaggiare dappertutto seguendo le indicazioni mentali del suo auriga.
Quando Rama e Laksamana videro l’elegante carro in attesa dei Loro comandi, rimasero esterrefatti. Prima di partire Rama chiese a Vibhisana di regalare oro e gioielli a tutti i guerrieri-scimmia, poi salì con Laksmana e Sita sul carro Puspaka e rivolgendoSi a tutti color oche erano attorno disse: “Non ho modo di ripagarvi per l’eroismo che avete dimostrato combattendo per Me. Il vostro incondizionato servizio di devozione sarà sempre d’ispirazione per tutti i devoti futuri. Le vostre glorie risplenderanno per sempre. Ora vi chiedo di tornare a Kiskindha e di vivere là felicemente sotto la guida di Sugriva, il vostro re.”
“Caro Vibhisana, comincia subito a governare Lanka, perché i cittadini hanno perso il loro re.”
In piedi davanti a Rama, Sugriva e Vibhisana implorarono a mani giunte: “Signore, permettici di accompagnarTi ad Ayodhya. Torneremo a casa dopo aver assistito alla Tua incoronazione.” Rama rispose: “Niente mi farebbe più piacere che tornare ad Ayodhya con tutti i Miei amici più cari. Salite sul carro Puspaka, e con voi fate salire tutti gli altri eroi, scimmie e Raksasa.” Quando tutti si furono accomodati, il carro Puspaka si levò maestosamente nell’aria. Mentre le scimmie, gli orsi e i Raksasa si godevano il volo, Rama indicava a Sita: “Guarda il grande campo di battaglia dove tutti gli eroici Raksasa morirono per Te. Laggiù c’è Nalasetu, il ponte che abbiamo costruito per attraversare l’oceano. Più in là, sulla riva lontana, c’è Setubandha, dove la costruzione del ponte ha avuto inizio. D’ora in poi Setubandha sarà un luogo sacro, capace di purificare tutte le colpe.”
Quando Rama le indicò Kiskindha, Sita disse: “Mi piacerebbe tornare ad Ayodhya in compagnia delle mogli dei capi-scimmia.”
Rama esaudì il Suo desiderio e dopo aver fermato il veicolo, ordinò a Sugriva e agli altri d’invitare le loro consorti. Una volta che tutti si furono accomodati il viaggio riprese. Rama continuò: “Guarda il monte Rsyamuka, dove ho incontrato Sugriva, e lì vicino puoi veder il divino lago Pampa, pieno di fiori di loto blu. Più in là puoi vedere il fiume Godavari e sulla sua riva l’asrama di Agastya Muni.
“Cara Sita, ecco il posto dove Ravana Ti ha rapita! Ecco Citrakuta, dove Bharata Mi ha incontrato. Ed ecco il fiume Yamuna e il possente Gange, e là puoi vedere Srngaverapura, la capitale del re Guha.”
Così Sita, Rama e Laksmana rievocarono la Loro vita nella foresta in ordine inverso mentre ripercorrevano il cammino verso Ayodhya. Infine scorsero il fiume Sarayu e per ultimo i dintorni Ayodhya.
Prima di entrare nella città, Rama disse ad Hanuman: “Vai ad informare Guha del Mio arrivo; nel frattempo trascorrerò la notte all’asrama di Bharadvaja Rsi. Vai poi a Nandigrama e descrivi a Bharata tutti gli eventi relativi al rapimento di Sita e alla Sua liberazione. Osserva attentamente la Sua espressione mentre Gli annunci il Mio ritorno, poi vieni a riferirMi. Se Bharata desidera governare il regno per la posizione, il potere, l’opulenza regale o perché è condizionato da Kaideyi, sarò felice di lasciarGlielo fare.”
Hanuman assunse una forma umana e partì il volo. Fece ciò che Rama gli aveva chiesto e prima si recò da Guha, poi, arrivando a Nandigrama, vede Bharata con i capelli incolti e un vestito di corteccia d’albero. Era vissuto in una capanna e Si era nutrito soltanto di frutta e radici, perciò aveva un aspetto povero ed emaciato.
Hanuman Gli si avvicinò e disse: “Sono un messaggero di Rama. Egli chiede se stai bene e desidera informarTi che presto tornerà ad Ayodhya. A quelle parole piene di nettare Bharata S’illuminò il volto per la grande felicità, e nell’estati dell’emozione svenne. Dopo che Si fu ripreso, Si rialzò e abbracciò Hanuman con grande gioia. Bagnandolo di lacrime, disse: “Poiché Mi hai portato questa bella notizia, ti ricompenserò subito con centomila mucche, cento villaggi e sedici ragazze in età da marito. Ti prego, siediti e raccontami tutto quello che è successo durante l’esilio di Rama.”
Hanuman Gli raccontò ogni cosa e Gli rivelò anche la sua identità.
Informato dell’imminente arrivo di Rama, Bharata esclamò: “Il Mio desiderio tanto a lungo nutrito sta finalmente per realizzarsi!”
Ordinò a Satrughna di organizzare tutti preparativi per l’accoglienza di Rama. Sumantra e gli altri ministri si affrettarono a raggiungere Nandigrama sugli elefanti e Kausalya. Sumitra e Kaikeyi arrivarono sui palanchini. Ingegneri e squadre di lavoro costruirono velocemente una nuova strada che avrebbe connesso Nandigrama ad Ayodhya.
Quando tutto fu pronto, Bharata prese i sandali di Rama e un bianco ombrello regale. Accompagnato da molti brahmana, lasciò la capanna tra il suono delle conchiglie e il rullo dei tamburi per attendere l’arrivo di Rama. Intanto si era diffusa la notizia nell’intera popolazione di Ayodhya giunse a Nandigrama, impaziente di rivedere Rama.
Dopo un po’, quando non c’erano segni del Suo arrivo, Bharata avvertì Hanuman: “Spero che tu non stia esibendo la tua frivola natura di scimmia prendendoti gioco di Me!”
Ma Hanuman indicò le nuvole di polvere in lontananza: le scimmie si avvicinavano e si poteva udire il suono tumultuoso dei loro ruggiti.
Quando infine Hanuman scorse il carro Puspaka, gridò felice: “Rama sta arrivando!”
Un forte clamore si levò dalla folla eccitata. Tutti scesero dai cavalli, dagli elefanti e dai carri in segno di rispetto, e Bharata iniziò ad onorare Rama da lontano recitando preghiere e offrendoGli numerosi oggetti di culto. Infine, quando vide Rama, che risplendeva magnificamente seduto sul carro Puspaka. S’inchinò con grande venerazione.
Il veicolo celeste atterrò e Bharata salì a bordo per salutare il fratello maggiore, che subito Si alzò e Lo abbracciò con grande affetto. Bharata salutò calorosamente anche Laksmana e Sita, e abbracciando Sugriva disse: “Ora tu sei il Nostro quinto fratello.”
Nel frattempo Rama Si era avvicinato a Sua madre, Kausakya, e le aveva preso amorevolmente i piedi. Poi salutò Sumitra e Kaikeyi, quindi Vasistha, mentre tutti i cittadini venivano a darGli il benvenuto.
Infilando i sandali di legno ai piedi di loto del Signore, Bharata disse: “Il regno che ho amministrato in Tua assenza prospera per la Tua misericordia, e la tesoreria, i magazzini e l’esercito sono decuplicati. Il Mio dovere è ora concluso e lascio tutto nelle Tue mani.
Rama ordinò al carro Puspaka di tornare da Kuvera, il suo legittimo proprietario, e il veicolo celeste si alzò dirigendosi verso nord.
Bharata chiese a Rama di accettare il trono senza ulteriori indugi e di riprendere una vita agiata, nel lusso regale, e Rama acconsentì. Si fece rasare i capelli scompigliati, fece un bagno e indossò abiti sontuosi, mentre le Sue tre madri vestirono Sita e le mogli delle scimmie nello stesso stile. All’ordine di Satrughna tenne il bianco ombrello regale. Ai due lati di Rama c’erano Laksmana e Vibhisana con il ventaglio e il camara. Dal cielo i deva e i saggi glorificarono il Signore con inni scelti. Rama procedette verso Ayodhya seguito da una folla immensa. Quando entrò nella capitale, tutti i cittadini si erano allineati sulle strade per darGli il benvenuto. Uomini e donne, anziani e bambini Lo fissavano come se avessero riacquistato la vita da lungo tempo perduta.

Notizie sull’artista:
Purama Dasa è nato a Gallarate, nell’Italia del nord, nel 1976. La sua famiglia si unì alla comunità degli Hare Krsna vicino a Firenze nel 1982 ed egli, a sette anni, iniziò la sua istruzione nella scuola gurukula.
Nel 1996 Parama si diplomò all’Istituto d’Arte Statale di Firenze, dove si specializzò in scenografia teatrale. Durante i suoi studi cominciò a copiare opere dell’arte rinascimentale e dopo la laurea lavorò in un laboratorio di restauro, dove imparò tecniche pittoriche classiche.
Per dieci anni, a cominciare dal 1998, ha riprodotto più di 150 opere dei più importanti artisti europei del periodo che va dal ‘400 all’800, opere che gli sono state commissionate. Egli ha anche curato il suo linguaggio estetico, combinando tecniche sia classiche che moderne con la tecnologia digitale più attuale.